Obbligazioni irregolari; quasi 13mila famiglie coinvolte; un debito nei confronti degli investitori di almeno 600 milioni di euro; una intera citta’, Torre del Greco (Napoli), con quasi 90mila abitanti, che rischia il tracollo economico. Questo lo scenario legato alla Deiulemar compagnia di navigazione, il colosso dell’armatoria al centro di un pericoloso rischio crac che potrebbe portare sul lastrico migliaia di obbligazionisti.

Gente che ha investito per decenni i propri risparmi nei bond della societa’ fondata da Giovanni Della Gatta, Michele Iuliano e Giuseppe Lembo (da qui il nome Deiulemar) prima di scoprire di avere dato soldi per obbligazioni inserite in un ”mondo parallelo” rispetto a quello ”reale”, quest’ultimo fatto di possibilita’ di emettere titoli fino a poco piu’ di 40 milioni di euro. Invece il passivo nei confronti degli investitori e’ di circa 600 milioni: un dato emerso da un censimento eseguito dalla societa’. Il caso e’ esploso due mesi fa, quando le voci su un possibile crac finanziario della Deiulemar compagnia di navigazione sono diventate sempre piu’ insistenti. In un solo pomeriggio all’esterno del front office si presentarono 400 investitori, diventati 800 il giorno seguente e oltre mille il terzo giorno. Per calmare una vera e propria psicosi, l’ufficio fu chiuso e l’allora amministratore unico Michele Iuliano (88 anni) convoco’ una conferenza pubblica in un’affollatissima sala dell’hotel Sakura. Cioe’ in uno dei beni acquistati dalla Deiulemar ”con i vostri soldi”, come disse pubblicamente Iuliano. Gli altri? Navi (la Deiulemar ne ha 18), un albergo da inaugurare a breve e palazzo D’Avalos a Napoli. Una conferenza che pero’ non modifico’ lo scetticismo generale. Fu promosso un censimento degli obbligazionisti, dopo la scoperta che ”in circolo vi sono titoli irregolari”. Scoperta denunciata alla Procura di Torre Annunziata, che sul caso ha aperto un fascicolo contro ignoti, per poi iscrivere nel registro degli indagati cinque persone (a tutt’oggi top secret). Insieme alla Procura hanno avviato indagini Consob e Bankitalia. A inizio febbraio arrivo’ il nuovo amministratore unico, Roberto Maviglia, e la societa’ diede incarico ad un esperto di diritto fallimentare, Astolfo Di Amato, per provare a trovare una soluzione. Sul tavolo l’ipotesi di un concordato preventivo ma anche quella di fare confluire tutti i beni riconducibili alle tre famiglie fondatrici della Deiulemar in un’altra realta’, convertendo le obbligazioni in azioni. ”Tutto legato all’esito del censimento in corso negli uffici dell’albergo Poseidon di via Cesare Battisti”, ripete Maviglia. Domani, intanto, si completera’ il censimento effettuato sui titoli di oltre 8mila persone. Della vicenda si e’ interessata anche la politica, sia a livello locale che regionale, con un tavolo promosso dall’assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi. La scorsa settimana c’e’ stata anche una manifestazione pubblica per le strade del comune vesuviano con 500 persone e momenti di tensione. Intanto, la Deiulemar ha varato a Shanghai una nave che ha chiamato ”Citta’ di Torre del Greco” e con la quale – fa sapere Maviglia – potrebbe partire il rilancio delle attivita’.

 

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