CASORIA – Basterebbero le immagini scattate nella mattinata di lunedì primo ottobre, ultima delle tre date che l’Arpac e il comune di Casoria avevano fissato per la caratterizzazione dei rifiuti sullo storico sito del Cantariello, per sollevare l’allerta.

Durante i lavori dell’ultima fase di campionamento sul cosiddetto lotto 6, infatti, quello più problematico in quanto da sempre caratterizzato dalla costante presenza di fumarole ed esalazioni asfissianti, la ruspa che stava procedendo allo scavo, appena affondata la pala nel terreno, si è ritrovata completamente investita da un’enorme nube di fumi e polveri molto sottili che in pochissimi secondi ha invaso anche lo spazio circostante.

«Abbiamo sempre sospettato che lì sotto ci fosse qualcosa di pericoloso – rivela Lucio Iavarone, portavoce del Comitato no discariche comuni a nord di Napoli – lo testimoniano i tanti video e foto diffusi nel tempo che mostravano un’attività intensa di combustione al di sotto della montagna di rifiuti della Cantariello, e alla luce di quanto accaduto durante le ultime operazioni di caratterizzazione siamo sempre più convinti che la situazione sia drammatica, soprattutto perché temiamo danni al massetto di cemento ricoperto dall’enorme quantità di rifiuti, e la contaminazione delle falde acquifere».

«Dubbi che – prosegue Iavarone – richiedono risposte rapide da parte di quegli organi regionali che non possono continuare a sottrarsi a questa grave responsabilità visto che quel sito fu requisito 11 anni fa proprio dal Commissario per l’emergenza nominato dalla Regione».

Una presa di posizione dura quella dei comitati sul Cantariello scaturita soprattutto dalle recenti dichiarazioni dell’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, giunte in seguito alle parole del Presidente della commissione bonifiche, Antonio Amato che individuava il motivo dei ritardi degli interventi nella mancanza di mezzi da parte dell’Arpac.

«Il Cantariello – ha affermato Romano – è un sito privato sul quale, quindi, la Regione non ha alcuna competenza. L’intervento dell’Arpac, richiesto dal Comune, è finalizzato ad effettuare analisi sugli 8 campioni da prelevare in loco per  la classificazione dei rifiuti presenti nell’area e all’eventuale caratterizzazione successiva. Non competono ad Arpac le attività relative ai prelievi dei campioni anche perchè l’Arpac non è una azienda edile in possesso di macchine escavatrici. Non c’è, dunque, alcuna questione tecnica da risolvere da parte della Regione Campania. Al contrario è il Comune che deve assicurare i mezzi necessari per il prelievo dei campioni, come risulta dagli atti amministrativi. La disfunzione, quindi, ha arrecato un disagio all’Arpac che, puntualmente, era già pronta all’intervento di sua competenza».

Parole, quelle di Romano, che i comitati hanno giudicato un tentativo poco felice di mettere le mani avanti di fronte a un disastro che pesa enormemente sulla salute pubblica, come dimostrano i continui aumento di linfomi, mielomi ed altri tumori riscontrati negli abitanti della zona, e che come tale non può arenarsi sul terreno di gioco delle responsabilità.

La replica alle parole di Romano è giunta anche da parte dell’assessore all’ambiente del comune di Casoria, Pasquale Tignola che ha affermato: «Romano omette di dire, che le macchine e i mezzi sono stati messi a disposizione il Comune, che la scelta di chiamare l’ARPAC è dettata dal fatto che essendo l’agenzia un ente pubblico di controllo, la sua presenza serve a far si che le cose si svolgano nel migliore dei modi, garantendo tutela e controllo in loco, e che è vero che il sito è privato, ma lo è stato anche quando anni fa ci è arrivata, grazie al Commissariato di Governo voluto dalla Regione causa emergenza rifiuti, la spazzatura di mezza provincia».

«Adesso – conclude Tignola – non è mia intenzione fare polemica, ma forse l’assessore, che qualche mese fa disse che si sarebbe occupato della vicenda, ora che le cose si stanno muovendo, grazie all’ausilio dei comitati e all’impegno del Comune, ha pensato bene di mettere le mani avanti o forse, di iniziare a lavarsene anticipatamente. Noi continuiamo a lavorare, il resto lo vedremo, ovviamente non saranno le dichiarazioni di Romano, con tutto il rispetto, a fermarci».

 

Vincenzo Viglione

 

Foto Lucio Iavarone

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