La prima base di cemento per far sì che venga allestito l’ospedale da campo a Ponticelli è stata completata nel quartiere di Ponticelli, a Napoli. La struttura sanitaria per ospitare i pazienti contagiati da Covid-19 verrà realizzata con i moduli assemblabili e prevede in tutto 72 posti di terapia intensiva. Nei prossimi giorni, riferisce il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, saranno gettate le altre due piastre di cemento sopra le armature in ferro per garantire la piena stabilità del terreno di fianco al palazzo degli uffici dell’Ospedale del Mare. Entro domenica si prevede che sarà completata la base e martedì arriverà il prefabbricato con la tac. Tra il 2 e 3 aprile è previsto l’arrivo dei moduli per i primi 48 posti letto. È intanto in piena attività il reparto di degenza Covid-19 aperto ieri all’ospedale Loreto Mare di Napoli che ha i primi dieci posti letto aperti: l’ultimo report parla di sei posti letto già occupati.

Era stato considerato anche di usare strutture attualmente in disuso o in ristrutturazione ma l’Asl ha mostrato non poche perplessità ad una simile ipotesi. “Individuare posti letto Covid in presidi inagibili significa essere scollegati dalla realtà. Fortunatamente il programma regionale prevede scelte ben più concrete e realizzabili a breve periodo”. Così il direttore generale della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, interviene sulla possibilità di utilizzare spazi attualmente inagibili in presìdi ospedalieri della città per far fronte all’emergenza coronavirus. “La visione espressa da chi parla – si legge in una nota della Asl Napoli 1 Centro – è evidentemente priva dell’indispensabile conoscenza non solo della situazione attuale, ma anche dei tempi di risposta che questa emergenza richiede. I presìdi ospedalieri Ascalesi, San Gennaro, Incurabili e San Giovanni Bosco non sono impiegabili per offrire in tempi utili una risposta alle esigenze di salute dei cittadini minacciati dal virus, e sarebbe un errore pensare, allo stato dell’attuale scenario, di eliminare l’assistenza per altre patologie alla luce della crisi Covid-19”. In particolare, l’Ascalesi “è una struttura inagibile per problemi strutturali”, il San Gennaro “è stato ridotto nei decenni scorsi in condizioni tali che servirebbero anni per poterlo rendere utile alla crisi Covid-19”. Quanto agli Incurabili “il complesso è in condizioni note a tutti e il fatto che si consideri disponibile anche questo presidio, anche se parzialmente, denota un drammatico scollamento dalla realtà”. Per quanto riguarda il San Giovanni bosco, infine, “la scelta è stata quella di riunire nell’ospedale Loreto Mare il massimo sforzo in risposta all’emergenza Covid-19: in soli 2 giorni si è svuotato interamente, in 7 giorni sono stati attivati 10 posti letto di terapia intensiva, in altri 7 giorni attivati 10 posti letto di degenza. Entro 10 giorni attiveremo altri 30 posti letto di degenza e 20 posti letto di sub-intensiva, così da non sacrificare le attività assistenziali che sono dedicate ad altre patologie e che pure meritano di trovare una risposta. Creare una commistione tra pazienti contagiati dichiarati formalmente positivi al Covid-19 e non – conclude la Asl – aumenterebbe solo il rischio di favorire la diffusione del virus. Le considerazioni espresse pertanto sembrano più adatte ad una sterile discussione accademica, priva tuttavia di una percezione seppur minima dei tempi brevissimi nei quali siamo chiamati a realizzare risposte concrete per i cittadini”.

 

 

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