Maxi frode fiscale sulla vendita di tartufi. La Guardia di finanza di Pesaro ha eseguito il sequestro preventivo di beni per un valore di 1,8 milioni di euro a carico di 4 rappresentanti di 3 aziende di Acqualagna che commerciano il tubero bianco. Stando alle indagini, due società, una con sede a Roma l’altra a Giugliano (Napoli), avrebbero fittiziamente venduto tartufi alle tre aziende, le quali però in realtà si erano approvvigionate direttamente da privati cavatori. ( Le verifiche delle Fiamme gialle hanno consentito di accertare che le società pesaresi, tra il 2010 e il 2013, hanno annotato nelle scritture contabili fatture per operazioni inesistenti per oltre 10,5 milioni di euro, evadendo l’imposta sul valore aggiunto appunto per circa 1,8 milioni. Su richiesta del pm, il Gip di Urbino ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di 37 rapporti bancari e postali, 24 immobili nella provincia di Pesaro, un’auto e diverse quote societarie. Gli stessi quattro rappresentati avevano subito sequestri analoghi già ad aprile e giugno scorsi, nell’ambito di un’altra indagine condotta dai finanzieri di Urbino. Erano stati sequestrati loro beni per 800.000 euro circa, per acquisti di tartufo sempre con società ‘cartiere’ e un’evasione dell’Iva pari a 800 mila euro.