Un complesso sistema di fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere le imposte sui redditi e l’iva è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Napoli, che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo pari ad oltre sette milioni di euro, nei confronti di soggetti economici operanti dell’hinterland vesuviano, dediti al commercio all’ingrosso di rottami metallici.

Il provvedimento costituisce l’epilogo di una più complessa indagine, già effettuata nei confronti della Banca Popolare Vesuviana, nell’ambito della quale è stata accertata l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata’ al compimento di atti illeciti idonei a favorire persone fisiche o giuridiche nella concessione di linee di credito in assenza di merito creditizio bancario. Nell’aprile del 2013 era già stato eseguito un altro decreto di sequestro preventivo per un valore di un milione e mezzo di euro nei confronti di amministratori e componenti del collegio sindacale dell’istituto di credito.

 

Le ulteriori indagine disposte dalla Procura della Repubblica di Nola, sono state finalizzate all’analisi degli aspetti contabili e fiscali di alcune società risultate essere tra le maggiori clienti della Banca Popolare Vesuviana. In tale contesto investigativo i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli hanno eseguito la complessa analisi delle scritture contabili e dei flussi finanziari generati dalle società monitorate, nonché numerosi controlli di coerenza esterna che hanno consentito di constatare varie anomalie nella contabilizzazione di operazioni di acquisto e di vendita dei rottami metallici commercializzati ad opera dei soggetti.

La Procura ritiene che gli indagati, mediante la sistematica emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, hanno evaso le imposte sui redditi e I.V.A. per oltre sette milioni di euro.

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