Due poliziotti, all’epoca dei fatti in servizio al commissariato di Giugliano, insieme con altre due persone, sono agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli. Il provvedimento a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia della Procura e dal commissariato di Giugliano, insieme alla Squadra Mobile della Questura. Altre quattro persone sono destinatarie di un obbligo di dimora. L’ipotesi accusatoria è di corruzione: si contestano, secondo quanto rende noto il procuratore aggiunto della Repubblica, Filippo Beatrice, “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso in quanto pubblici ufficiali addetti all’ufficio amministrativo del commissariato di Giugliano, nell’ambito delle proprie attribuzioni delle pratiche, ricevevano denaro ed altre utilità per compiere atti contrari alle proprie funzioni connesse al rilascio di autorizzazioni per l’esercizio di sale scommesse disvelando, tra l’altro, notizie coperte dal segreto, in favore degli istigatori della condotta antigiuridica”. In sostanza, le indagini, compiute anche mediante l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali “hanno consentito di accertare che gli indagati ricevevano denaro ed altre utilità per consentire il rilascio delle licenze dei centri scommesse operanti nell’area giuglianese”. Gli episodi al centro dell’indagine risalgono al periodo giugno/settembre 2013 quando la normativa relativa alla gestione delle sale scommesse subì una modifica che obbligò gli esercenti ad ottenere il rilascio dei nuovi titoli: le società di scommesse avrebbero dovuto altrimenti sospendere i flussi delle erogazione delle puntate, “con grave pregiudizio per gli introiti delle singole agenzie sparse sul territorio”.