Respingono tutte le accuse, non ci stanno a passare per ”estorsori”, parte di ”una associazione per delinquere” che ”esercita pressioni sulla politica”. Il giorno dopo le perquisizioni da parte della polizia nei confronti di alcuni esponenti del movimento Bros, i disoccupati organizzati tengono a dire la loro su quanto accaduto.
”Non siamo noi ad esercitare pressioni sulla politica, ma la politica a fare pressioni sulla magistratura – sottolinea Paola Bianco, tra le perquisite di ieri – Ci e’ stato detto che siamo un’associazione per delinquere, se cosi’ fosse, saremmo lo ‘schifo’ di tutti gli appartenenti a questo tipo di associazioni, visto che da piu’ di 14 anni portiamo avanti le nostre lotte senza ottenere nulla”. Al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che anche oggi ha ribadito di non aver mai fatto promesse nel corso della campagna elettorale, rispondono che il primo cittadino ha piu’ volte fatto presente che per la raccolta differenziata sarebbero state impiegate persone in grado di farlo. ”Quelle persone siamo noi – spiega Bianco – Siamo stati formati per questo”. Le accuse che vengono loro contestate, sono state definite ”infamanti”, mosse ”dalla politica che non e’ in grado di dare risposte a chi lotta per avere un lavoro”. Non e’ la prima volta, ricordano nel corso dell’incontro con la stampa convocato in piazza Municipio, davanti alla sede del Comune di Napoli, dove da venti giorni continua il loro presidio, che avvengono queste perquisizioni. ”Ogni volta non trovano nulla, a casa mia ci sono solo le bollette arretrate che ho da pagare – aggiunge Bianco – .Ieri, agli episodi precedenti, hanno aggiunto l’aggressione al sindaco del novembre scorso, ma noi non abbiamo mai aggredito nessuno. In quella occasione, un gruppo del movimento blocco’ l’auto per riuscire a parlare con lui, ma mai e’ stato aggredito”. Cosi’ come tengono a precisare di non aver mai aggredito l’assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi il quale, lamentano, ”tiene tavoli per discutere di lavoro senza pero’ mai convocare noi”. ”Ma se non con noi – e’ la loro domanda – con chi vuole parlare di lavoro?”.