Il ministro Orlando ha firmato la sospensione del pubblico ministero Donato Ceglie, per anni pm alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, è indagato dalla Procura di Roma per vari reati, tra cui abuso d’ufficio, una presunta violazione fiscale, ma anche per corruzione aggravata – reato quest’ultimo caduto però in prescrizione. Dall’inchiesta, condotta dal pm Barbara Sargenti e dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, emergerebbero però anche contatti con un imprenditore legato al clan dei Casalesi. Non a caso, quando sollecitò il Csm ad aprire una pratica, il consigliere di Area, Antonello Ardituro, fece riferimento anche a quanto segnalato da organi di stampa, in cui si citavano, disse, “fatti molto gravi, tra cui quello già prescritto di corruzione in atti giudiziari con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, in concorso con Sergio Orsi, l’imprenditore nel ramo dello smaltimento dei rifiuti, noto per il suo stabile collegamento con il clan dei Casalesi”. In sostanza, considerato un paladino della lotta alle ecomafie, Ceglie avrebbe invece agevolato imprenditori legati ai clan camorristici. Dalle intercettazioni, inoltre, sono emerse frasi choc ed offensive contro diverse persone, dal procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone al presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, ai magistrati di Napoli Alessandro Milita, pubblica accusa nel processo Cosentino, e Antonello Ardituro, oggi al Csm. “La decisione del ministro e del Csm conferma la gravità delle accuse, almeno sotto il profilo deontologico, a carico del magistrato Donato Ceglie che per venti anni, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha coordinato tutte le indagini sui reati ambientali e sulle ecomafie” dice Rosaria Capacchione, parlamentare del Pd e componente dell’Antimafia. “In questo modo arriva anche la risposta alla mia interrogazione parlamentare di qualche mese fa attraverso la quale avanzavo dubbi sulla linearità della sua condotta e sulla possibilità che quelle indagini potessero essere state orientate dagli stessi protagonisti del disastro ambientale” conclude Capacchione.

 

 

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