Ora tutti e due i figli di Paoli di Lauro sono tornati in libertà. Ciro, che era detenuto in Sardegna, è uscito dal carcere a Natale. Ieri è toccato a suo fratello Vincenzo, più piccolo di un anno e mezzo di Cosimo, l’uomo che scatenò orrori e morte per rispondere all’offensiva degli scissionisti durante la prima guerra di camorra che seminò decine di morti nell’area nord di Napoli. Gli eredi di «Ciruzzo ‘o milionario» hanno scontato la loro pena per associazione per delinquere di stampo mafioso. Resta ancora una primula rossa il fratello minore dei due, Marco. E Marco, stando alle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, resta saldamente da circa dieci anni dalla guida del clan. Fu lui ad assumere le redini della cosca proprio all’indomani dell’arresto del fratello Vincenzo, arrestato dopo Cosimo e Ciro, i primi due figli di Paolo (che ha dieci eredi maschi). Fino a qualche giorno fa tutti, tranne il più piccolo, Giuseppe, erano in galera o latitanti. Le indagini di polizia e carabinieri hanno accertato che il clan in questi anni ha continuato a gestire la vendita degli stupefacenti all’interno del Rione dei Fiori, ribattezzato «rione Terzo Mondo». Le bustine si smerciavano in via Barbiere di Siviglia, in via Miracoli a Miano (piazza di spaccio destinata alla vendita di cocaina) ed in via Praga Magica (piazza di spaccio deputata alla vendita di hashish e marjuana).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui