Un nuovo arresto e’ stato eseguito dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, in collaborazione con lo Scico, nell’ambito dell’indagine che ieri ha portato in cacere il tributarista palermitano Gianni Lapis, gia’ condannato in relazione al ‘tesoro’ dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, e altre cinque persone. A Pomigliano D’Arco (Napoli) e’ stato ora fermato Beniamino Margherita, nella cui disponibilita’ sono stati rinvenuti 11.500.000 in won, la valuta della Corea del Nord.
Il denaro e’ stato sequestrato. Dalle indagini, che si sono avvalse di un agente infiltrato e sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Antonio Ingroia e dai sostituti Lia Sava e Dario Scaletta, e’ emerso i componenti dell’organizzazione secondo l’accusa capeggiata da Lapis avevano preso contatti con personaggi nel Napoletano che avevano manifestato la necessita’ di cambiare in euro ingenti masse di valuta estera in contati. L’investigatore sotto copertura, prima che la notizia degli arresti citati potesse mettere in allarme coloro che materialmente avevano la disponibilita’ del contante, ha fissato un appuntamento a Pomigliano D’Arco con due napoletani collegati alla rete dei mediatori di Lapis. La scorsa notte si sono presentati Margherita e un altro individuo, che e’ stato denunciato a piede libero. Nell’auto dei due sono stati rinvenuti oltre 5.000.000 di won mentre ulteriori 6.400.000 sono stati poi scoperti nell’appartamento di uno dei due, dentro un vano appositamente ricavato in un sottoscala. Durante la perquisizione e’ stata sequestrata anche una pistola con matricola abrasa e munizioni. Una prima perizia ha confermato l’autenticita’ della valuta nordcoreana. Al cambio ufficiale un euro vale circa 3 won. Gli inquirenti sotolineano che la Corea del Nord da tempo e’ soggetta ad embargo commerciale, e questo viene ritenuto un particolare significativo per le indagini. Margherita e’ stato rinchiuso nel napoletano di Poggioreale.
