«Ho piena fiducia nei giudici che il 22 settembre prossimo dovranno stabilire la mia colpevolezza oppure, come io sono convinto che sarà, mi manderanno invece assolto. Sinceramente la Procura nel mio caso ha preso un evidente abbaglio, portando avanti il mio coinvolgimento in questa inchiesta, basandosi su fatti e circostanze che non hanno mai avuto finora un riscontro oggettivo e probatorio. Vedremo come andrà a finire. In aula io sono deciso a difendere la mia onestà senza timori reverenziali». Non usa mezzi termini Giosi Ferrandino, il sindaco di Ischia che ieri i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli hanno rimesso in libertà – assieme al capo dell’ufficio tecnico del comune, Silvano Arcamone – revocando ad horas la misura degli arresti domiciliari. Ferrandino attende nelle prossime ore che il Prefetto revochi anche la sospensione dall’incarico, per tornare alla guida dell’amministrazione, affidata pro tempore al suo vice Carmine Barile. «Prima di ributtarmi nel lavoro di amministratore pubblico – dice – ho bisogno anche di dedicare qualche giorno alla mia famiglia, dalla quale sono stato separato per 4 mesi». Poi aggiunge: «Nel Pd nessuno mi ha abbandonato perché tutti mi conoscono e sanno chi sono e come mi comporto. La sospensione? È stato un atto dovuto, almeno fino all’esito del processo. Io mi sono sempre dichiarato innocente perché lo sono. Mi fossi dimesso, sarebbe stata una ammissione di quella colpevolezza che – incalza – mi si è voluto attribuire, ma che io sinceramente non ho». Il sindaco di Ischia è stato arrestato il 30 marzo. I carabinieri lo andarono a prelevare al suo domicilio contestandogli le accuse della Procura in ordine a corruzione e altri reati fra cui riciclaggio internazionale di danaro. Ferrandino non esita ad attaccare la Procura. «L’assurdità delle accuse senza alcun fondamento – afferma – diventa palese quando ancora nelle carte processuali la Procura insiste nell’attribuire a me la sottoscrizione degli appalti concessi al comune di Ischia alla Cpl Concordia, per le opere di metanizzazione. In più sedi abbiamo dimostrato che quando sono stati affidati gli appalti io non amministravo il comune di Ischia. Ma anche sulle altre contestazioni, chi ha condotto l’inchiesta non ha trovato uno straccio di prova. E mi chiedo: ma è possibile mettere in carcere una persona, rovinarne la carriera politica, l’immagine sociale e gli affetti senza avere in mano alcuna prova e nessuna intercettazione che in qualche modo faccia risalire a qualche responsabilità?».