NAPOLI – L’accusa è di ricettazione di sofisticate apparecchiature di ripresa; da sfondo ci sono una serie di atti di sabotaggio ai danni del nuovo sistema di videosorveglianza installato nel 2010 allo stadio San Paolo di Napoli per combattere i fenomeni di violenza. Una persona è stata arrestata stamane a Napoli e un’altra risulta latitante: l’ordinanza, eseguita dalla Digos è stata emessa dal gip al termine di un’inchiesta della procura del capoluogo partenopeo.

Il fascicolo aperto dai pm ha incluso sia due furti avvenuti a Cercola (Napoli) nel centro assistenza della Canon per il Sud Italia, sia i danneggiamenti delle apparecchiature installate dal titolare dello stesso centro Canon al San Paolo. La Digos è riuscita a recuperare parte della refurtiva trafugata a Cercola (del valore complessivo di 350mila euro), composta da apparecchiature configurate e predisposte per il nuovo sistema digitale di sorveglianza dello stadio. Nel mirino dei pm, rivalità professionali che avrebbero portato alle azioni di danneggiamento nei confronti della Canon e del suo titolare, l’ingegner Stefano Nasti. La persona arrestata oggi con l’accusa di ricettazione è Vincenzo Fasano, 45 anni, di Napoli. L’attenzione degli inquirenti è puntata soprattutto sulla ditta che per anni, pur non essendosi mai aggiudicata un appalto, ha gestito la manutenzione dell’impianto di videosorveglianza del San Paolo, nonchè su alcuni dirigenti comunali e del Napoli Calcio. La ditta, in particolare, non possedeva i requisiti per poter svolgere quel tipo di servizio, come – emerge dalle intercettazioni telefoniche – lo stesso titolare sapeva bene. Parlando con un consulente del Calcio Napoli, spiega di aver ricevuto una mail: “Vogliono sapere se noi siamo idonei per lavorare con loro. Vogliono tutte le certificazioni e non le teniamo”. Quindi chiarisce di quali certificati non sono in possesso: “il D.U.R.C. (documento unico di regolarità contributiva, ndr) non lo teniamo… niente… nominativo corso… non teniamo niente noi … corso… nomina del medico… pure il medico… visite mediche… corso di formazione… non teniamo niente qua noi… il corso addetto primo soccorso… corso di formazione”. I primi atti di sabotaggio, è ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare, risalgono al 26 ottobre 2011, dopo circa un mese dalla consegna formale dell’impianto da parte dell’ingegner Stefano Nasti al Comune di Napoli. Il secondo episodio è avvenuto invece l’11 gennaio 2012, ossia dopo circa 20 giorni dallo stanziamento da parte del Comune della somma di 4,2 milioni di euro destinata alla realizzazione di un impianto di videosorveglianza digitale a copertura della curve A e B dello stadio San Paolo. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dagli aggiunto Antonello Ardituro, Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri. Le attrezzature rubate all’ingegner Nasti che sarebbero dovute essere impiegate per la videosorveglianza dello stadio San Paolo, avevano un valore di 375.000 euro ma erano state messe in vendita sul sito di aste Ebay a un prezzo irrisorio. E’ stata la stessa vittima del furto ad avvisare della circostanza gli agenti della Digos, i quali hanno preso contatti con il venditore e hanno in questo modo identificato uno dei due ricettatori, che attualmente è irreperibile. Proprio lui, tuttavia, interrogato dalla polizia, ha fatto il nome di Vincenzo Fasano, arrestato oggi: nell’abitazione di quest’ultimo sono state trovate una macchina fotografica Canon e un teleobiettivo provento del furto.

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