NAPOLI – Al via il primo corso accademico di legislazione antimafia: ad insegnare la materia, agli studenti della facoltà di Giurisprudenza dell’università suor Orsola Benincasa di Napoli, il magistrato Raffaele Cantone, oggi in Cassazione dopo lunghi anni di lavoro contro i clan.
“Possiamo essere fieri di avere la migliore legislazione antimafia al mondo”, ha detto in occasione dell’apertura delle lezioni. Il corso, unico in Italia, da oggi fino al 27 maggio, consentirà agli studenti di inquadrare e approfondire dal punto di vista tecnico le norme che consentono la lotta al crimine organizzato. Secondo Cantone, che si è occupato tra l’altro delle indagini sul clan camorristico dei Casalesi, “una legislazione anti mafia come quella italiana, forse, l’abbiamo solo noi”. Tuttavia nell’ordinamento esistono “punti deboli”. In particolare, Cantone ha indicato tra le norme che necessitano di essere riviste quelle relative alle misure patrimoniali. “Rappresentano un argomento fondamentale per il contrasto alla criminalità organizzata. E’ necessario che su questo fronte la legislazione sia affinata”. Tra i punti di forza della legislazione antimafia italiana il pm ha indicato l’esistenza del delitto di associazione mafiosa che – ha spiegato – “ha cambiato l’approccio della legislazione, ha consentito di punire solo il fatto di far parte di un’organizzazione di tipo mafioso e ha per messo di penetrare all’interno delle organizzazioni”. Un punto di forza che – ha sottolineato Cantone – “ci viene riconosciuto a livello europeo e mondiale”. Tuttavia, il magistrato, pur identificando pregi e difetti della normativa, non ha mancato di evidenziare come nel complesso la legislazione antimafia “sia scritta abbastanza male perché – ha spiegato – spesso è stata prodotta in modo emergenziale, mentre c’é bisogno di una legislazione che sia efficace, ben scritta ed efficiente”. In merito al nuovo impegno accademico, il magistrato ha sottolineato l’importanza del corso universitario perché “oggi – ha concluso – la legislazione antimafia è poco studiata, mentre è fondamentale in una prospettiva futura che avvocati, magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria abbiano un’infarinatura della legislazione antimafia”.