NAPOLI – Legambiente si costituirà parte civile nel processo di camorra nei confronti del boss dei Casalesi Francesco Bidognetti, accusato di disastro ambientale. “Ci costituiremo parte civile al processo – annunciano Vittorio Cogliati Dezza e Michele Buonomo, rispettivamente presidente nazionale di Legambiente e presidente di Legambiente Campania – dopo diciotto anni occorre riprendere la dignità violata da tanti, troppi, anni di inerzia, opportunismi e collusioni d’ogni risma consumati sulla pelle dei cittadini e dell’ambiente”.

“Sono trascorsi esattamente 18 anni – spiegano – dal primo dossier Rifiuti Spa dove già allora delineavamo con precisione gli scenari presenti e futuri, svelavano intrecci, connivenze, facevano nomi e cognomi dei responsabili di uno tra i più gravi disastri ambientali, economici e sociali che il nostro Paese abbia mai visto. Parlavamo di una regione, la Campania, che era diventata la grande pattumiera d’Italia, che c’era in atto un patto scellerato tra politici, imprenditori, funzionari pubblici, faccendieri e camorristi, per gestire la torta dei rifiuti urbani e industriali. Cave, terreni agricoli, fiumi, torrenti che si stavano velocemente riempiendo di veleni d’ogni tipo, sotto gli occhi di tutti”. “Circa 65 mila tir carichi di rifiuti – prosegue l’analisi di Legambiente – hanno attraversato mezza Italia per sversare ben un milione e 300 mila tonnellate di veleni nella sola discarica Schiavi di Giugliano, una delle otto discariche poste tra le province di Napoli e Caserta, per anni gestita dai Casalesi. Un numero che rappresenta solo un fotogramma per inquadrare 18 anni di mattanza ambientale in Campania, dove i clan dei Casalesi si sono guadagnati cifre record per carichi trafficati illegalmente ed è stato messo a nudo come la regione sia stata sacrificata dalle famiglie mafiose per diventare l’immenso immondezzaio a cielo aperto degli scarti industriali di mezza Italia, con inenarrabili danni ambientali e sanitari”. “Sono 18 anni – concludono Cogliati Dezza e Buonomo – che si studiano le trasformazioni e i meccanismi di questa guerra che sta avvelenando il territorio. I dati sanitari ci sono, la diagnosi è scritta, si deve solo intervenire: per tutelare una regione, una popolazione ed un’economia è necessario da subito avviare con tempi e regole certe la bonifica del territorio”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui