“Diventa protagonista. Diventa il custode del tuo territorio”. È l’invito di questa ventunesima edizione di Puliamo il mondo, la più grande iniziativa di volontariato ambientale organizzata in Italia da Legambiente in collaborazione con la Rai ed in programma il 27, 28 e 29 settembre. Un week-end green che vedrà anche quest’anno tantissimi volontari impegnati per ripulire e recuperare aree degradate e rendere più belle e vivibili le città della Penisola.

Luogo simbolo di questa ventunesima edizione sarà Terra dei fuochi, l’area compresa tra le province Napoli e Caserta per anni oggetto dei traffici illeciti di rifiuti. “Tra le province di Napoli e Caserta dal gennaio 2012 all’agosto 2013 sono stati censiti ben 6.034 roghi di rifiuti. Sempre in questi territori negli ultimi 5 anni si sono concentrati 205 arresti per traffici e smaltimenti illegali, pari al 29,2% del totale nazionale e oltre mille sequestri, il 10% di quelli effettuati in tutta Italia” dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente commentando i dati del rapporto sul disastro ambientale in Campania.

Dal primo gennaio 2012 al 31 agosto 2013, secondo i dati raccolti dai Vigili del fuoco su incarico del viceprefetto Donato Cafagna (che dal novembre del 2012 segue per conto del ministero dell’Interno l’attività di monitoraggio e contrasto dei traffici e degli smaltimenti illegali di rifiuti nella Terra dei fuochi), i roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti di lavorazione del pellame, stracci sono stati ben 6.034, di cui 3.049 in provincia di Napoli e 2.085 in quella di Caserta. Da gennaio ad agosto del 2013 si è registrato, fortunatamente, un calo degli incendi dolosi di rifiuti, che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono passati da 3.101 a 1.894, con una riduzione del 38,9%. Un primo segnale positivo dell’azione dello Stato, che va decisamente rafforzata. Oltre al danno ambientale c’è anche quello sanitario. Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss) i continui smaltimenti illegali di rifiuti, con dispersione di sostanze inquinanti nel suolo e nell’aria, e l’inquinamento già riscontrato di falde idriche – utilizzate per l’irrigazione di terreni coltivati – sono in stretta correlazione con l’incremento significativo di diverse patologie tumorali. I picchi maggiori si registrano, infatti, proprio negli 8 comuni con il maggior numero di discariche di rifiuti, censite nell’ambito dello studio “Sentieri”: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castelvolturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villaricca.

Territori trasformati in immense cloache di veleni, oggetti al più completo degrado e dove intere popolazioni sono state sottoposte a un massiccio “avvelenamento di massa”, di cui oggi si conoscono però i responsabili. Ciò è stato possibile grazie alle tante inchieste che hanno consentito di smascherare alcune tra le principali holding mafiose attive nel ciclo dei rifiuti. Dal 2001 ad oggi sono state ben 33 le inchieste per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti condotte dalle procure attive nelle due province (Napoli, Nola, Torre Annunziata e Santa Maria Capua Vetere): più del 15% di quelle svolte in tutto il Paese. I magistrati hanno emesso ben 311 ordinanze di custodia cautelare, con 448 persone denunciate e 116 aziende coinvolte. Risultati più che positivi, anche se c’è ancora molto da fare. Per fermare le illegalità e la criminalità organizzata serve uno sforzo congiunto e nel dossier Legambiente presenta le sue proposte chiedendo prima di tutto il rafforzamento delle attività di controllo, prevenzione e contrasto dello attività illegali di smaltimento di rifiuti nell’area campana, destinando risorse specifiche al Patto “Terra dei fuochi” e avviando le attività di bonifica dei luoghi contaminati.

 

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