Napoli- Ricorso al Tar  e manifestazione davanti alla sede del tribunale amministrativo campano per protestare contro la Soresa. Dura presa di posizione delle associazioni per la tutela dei malati stomizzati. Ecco la nota che riceviamo e pubblichiamo :

 

“ Essere stomizzati significa essere incontinenti 24 ore su 24 e vivere con apposite sacche adesive per la raccolta delle feci ed urine, tecnicamente denominate dispositivi medici, senza dei quali essi non possono vivere e uscire di casa. Per le persone incontinenti la situazione era già grave, ma grazie alla SORESA è diventata molto “tragica”, poiché non solo ci viene negato dalle ASL campane un piano terapeutico e riabilitativo, sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite (ONU) sui diritti delle persone con disabilità, dalla Carta Costituzionale, dalla legge n.833/78, dalla n.104/92 sull’handicap, dal D.M. Salute n.332 del 1999 e dalle “Carte dei Servizi Socio-Sanitari”, ma nel tentativo di risparmiare risorse economiche sulla pelle delle persone con disabilità e malati oncologici, la SO.Re.SA. nonostante le false promesse ha attuato un accordo quadro capestro, pesantemente discriminatorio verso le persone incontinenti e stomizzate. Non è un caso se SO.RE.SA., oggi, non solo sta creando grande caos nelle ASL campane sui dispositivi medici, ma ai malati di cancro fa utilizzare dispositivi medici non graditi, e non adeguati a tutti i pazienti, che nella sostanza significa: “mortificare ulteriormente la loro qualità e quantità di vita, esponendoli ad ulteriori malattie, impedendogli d’uscire di casa nel timore di deiezioni, cattivi odori e insozzamento degli indumenti personali” che dire poi del fondato rischio dell’isolamento sociale, psicologico, sessuale e culturale”. A dirla in breve non solo essi devono combattere “quotidianamente contro la malattia, ma ogni giorno subiscono pesanti umiliazioni. Per non parlare dei bambini che, appena nati, nascendo con lo sfintere chiuso devono essere celermente stomizzati per aver salva la vita.

 

A causa di tutto ciò la vita di queste persone è un vero inferno sotto ogni aspetto, evidenziamo inoltre che il “catetere” è sempre un corpo estraneo che entra nell’organismo umano, quindi un buon catetere, un catetere adeguato, evita cistiti con febbre, giorni di malattia e assunzione di antibiotici. Tutto ciò grava ulteriormente sui costi del servizio sanitario regionale e INPS.

Per queste gravi motivazioni hanno fatto un ricorso al TAR Campania, per queste motivazioni le Associazioni pazienti hanno indirizzato una lettera aperta al Presidente del TAR Campania, il dr. Mastrocola ed indicono una manifestazione per il giorno 26 Febbraio a partire dalle ore 8,30 sotto la sede del Tar Campania. Nella lettera le Associazioni pazienti rivendicano il “DIRITTO ALLA VITA” e alla “LIBERA SCELTA”, pertanto si ritengono civilmente mobilitati, chiedendo “GIUSTIZIA”, proprio al Presidente del TAR. Concludendo, le Associazioni chiedono che nella regione Campania venga assicurato il “diritto Costituzionale alla Riabilitazione, alla legalità e alla libera scelta dei presidi”.

Cav. Francesco Diomede FAVO/FINCOPP

Prof. Giuseppe Dodi – Presidente nazionale Associazione Italiana Stomizzati

Dr.ssa Dalia Aminoff – Presidente Associazione Italiana Malformazioni Ano Rettali – AIMAR

Dott. Daniele Romano – Presidente FISH Campania

Avv. Vincenzo Falabella – Presidente Nazionale FAIP

Sig. Raffaele Puzio- Responsabile Politiche per la Disabilità della CGIL Campania”.

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