Gli uomini della Guardia di finanza di Frosinone e Cassino stanno eseguendo un’ ordinanza di custodia cautelare e numerose perquisizioni tra Lazio e Campania, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli. Nell’operazione sono impegnati oltre cento uomini delle Fiamme Gialle per l’arresto di un elemento di spicco del clan camorristico Mallardo, la notifica di provvedimenti d’obbligo di dimora e oltre 30 perquisizioni.


Secondo la Procura della Repubblica di Napoli Giuseppe Mallardo, di 46 anni, esponente di spicco dell’omonimo clan, arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza di Cassino, era solito utilizzare strutture societarie riferibili a terzi per realizzare truffe ai danni di diverse compagnie assicuratrici, specie nel settore dell’assicurazione obbligatoria di autoveicoli. Il gruppo ‘coordinato’ da Mallardo, riferisce il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Filippo Beatrice, si occupava dell’organizzazione di falsi sinistri, di procurare false residenze degli assicurati in località con tariffe più convenienti, di intestare in maniera fittizia polizze assicurative ad inesistenti consorzi. ”Per ciò che concerne i falsi sinistri, gli stessi – dice Beatrice – venivano attribuiti spesso alle posizioni di ignari contraenti, lasciati successivamente in balia delle intimidazioni” del gruppo. Oltre a Mallardo, che si è visto anche sequestrare i suoi beni, è stato emesso l’obbligo di dimora per due napoletani di 24 e 41 anni. Trenta, in tutto, le perquisizioni eseguite dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza tra le province di Frosinone, Napoli e Caserta. Numerose, secondo le fiamme gialle, le “specialità” dell’organizzazione: dai falsi sinistri ai ‘cavalli di ritorno’, dalle false residenze degli assicurati in località con tariffe migliori a intestazioni fittizie delle polizze a inesistenti consorzi. Gli accertamenti dei finanzieri di Frosinone e Cassino hanno portato a stabilire che alcuni complici dell’organizzazione criminale si presentavano presso varie agenzie assicurative delle regioni del nord Italia (in particolare Lombardia e Piemonte) come rappresentanti o dipendenti di inesistenti consorzi di trasporto, riuscendo a stipulare numerose polizze per autocarri e autovetture. Le ditte di trasporto contraenti, anch’esse inesistenti, dichiaravano la propria sede nelle medesime località del nord Italia, così da poter usufruire di tariffe più favorevoli rispetto a quelle applicate ai contraenti residenti in Campania. Tutta la documentazione utilizzata per la stipula dei contratti – libretti di circolazione, certificati di proprietà, patenti di guida e carte d’identità – è risultata falsa. Una volta perfezionati, sempre secondo le indagini, i contratti venivano inviati in Campania e smistati sul territorio da soggetti che esercitavano abusivamente l’attività assicurativa e che provvedevano alla riscossione del denaro relativo al premio delle polizze. Buona parte dei clienti era costituita da autotrasportatori campani

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