Resta in carcere Alfonso Cesarano, il 60enne imprenditore delle pompe funebri nell’area giuglianese-flegrea, passato alle cronache per aver organizzato il tanto discusso funerale al boss dei Casamonica e sospettato di essere legato al clan Polverino. Lo ha deciso il tribunale del Riesame. Cesarano era stato arrestato venti giorni (clicca qui) fa dai carabinieri della Compagnia di Marano, su richiesta del gip del tribunale di Napoli, perché indiziato dei reati di intestazione fittizia di imprese, illecita concorrenza, violazione di sigilli e tentata violenza privata. Le aziende dell’imprenditore, colpite da interdittive antimafia, avevano continuato ad operare nei territori di Marano, Calvizzano, Quarto e in altri comuni servendosi di ditte di comodo o di aziende ‘amiche’. Stando alle ipotesi dei magistrati della Dda, Cesarano avrebbe imposto in un sistema di quasi monopolio sulla gestione dei funerali, avvalendosi del clima di intimazione e omertà, forte del legame col potente clan di camorra dei Polverino.

 

 

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