“Napoli non è più Gomorra perché vi è una consapevolezza diversa da parte dei cittadini. Non la possiamo considerare una terra destinata, inevitabilmente, alla perdizione. È un territorio che ha voglia di riscatto e bisogna sostenere queste voglie”. Ad affermarlo è Giovanni Colangelo, procuratore di Napoli, intervistato da Klaus Davi – che ne ha diffuso una sintesi per il programma KlausCondicio (on air su YouTube) che prosegue aggiungendo che nel capoluogo campano “ovviamente a Napoli è innegabile la presenza di una forte criminalità organizzata, ma vi è altresì una maggiore consapevolezza e una voglia di riscatto fortissima che vanno alimentate”. Alla domanda di Klaus Davi circa la scalata alle gerarchie criminali di giovanissimi boss, il procuratore risponde: “Questo è un settore sul quale si gioca il futuro di questa terra. Dobbiamo considerare che alla fine la percentuale di questi giovani per fortuna è una minoranza rispetto alla gran parte della popolazione. È necessario fare terra bruciata con una diffusione del concetto di legalità e di espansione delle potenzialità dei giovani operando sul campo dell’istruzione e della conoscenza. Ripeto una frase famosa “la conoscenza e l’istruzione sono gli strumenti più potenti che abbiamo per cambiare le cose, per cambiare il mondo”. Secondo Colangelo, inoltre, “non è possibile dire chi tra ‘ndrangheta e camorra abbia in effetti la leadership perché operano entrambe direttamente con i fornitori sudamericani. Quello che emerge pacificamente è che la camorra ha stabilito contatti stabili di fornitura diciamo cosi alla fonte. “Basti ricordare i casi più noti, balzati purtroppo agli onori della cronaca tra i quali per esempio l’arresto di una signora all’aeroporto di Fiumicino che rientrava dal Sud America con una valigetta di cocaina; oppure – aggiunge il procuratore – un altro caso, che forse è sfuggito all’attenzione dell’opinione pubblica ma non meno importante, di un soggetto napoletano arrestato in Spagna perché importava direttamente centinaia di chili di cocaina dal Sud America con una barca, essendo lui uno skipper era partito da Napoli ed è rientrato ed è stato arrestato. Ebbene anche quella era un’operazione organizzata dalla camorra”. “Quello che è certo – conclude Colangelo – è che la camorra ha stabilito dei canali di approvvigionamento proprio direttamente con i sudamericani perché ripeto questi viaggi che partono dal sud America, consentono l’arrivo di droga in Europa lo dimostrano chiaramente”.