Quando si è visto puntare la pistola contro ha implorato di risparmiarlo. L’arma si è inceppata, ha continuato a invocare aiuto, anche dopo che il killer gli ha esploso un primo colpo al volto. ”Ma che hai fatto, mi hai sparato nell’occhio?”. Sono state le sue ultime parole: un colpo di pistola alla tempia ed è crollato a terra, a pochi metri dal luogo dove gli avevano scavato la fossa e dove il suo cadavere sarebbe stato rinvenuto 14 giorni dopo. Così è morto Vincenzo Amendola, 16enne del quartiere San Giovanni a Napoli, scomparso la notte tra il 4 e il 5 febbraio scorso, secondo il racconto fatto agli inquirenti da Geatano Nunziato, il 23enne pregiudicato fermato dalla polizia per complicità nell’omicidio. Nunziato avrebbe accompagnato la vittima, su indicazione di due esponenti di primo piano del clan della camorra del quartiere, nel luogo dove sarebbe stato ammazzato. Nunziato, nei cui confronti oggi il gip ha convalidato il provvedimento di fermo, ha ricostruito il delitto nel corso di un lungo interrogatorio davanti al pm della Dda di Napoli Antonella Fratello. Il presunto assassino e l’altro affiliato al clan che lo avrebbe spalleggiato sono ricercati dalla squadra mobile. A Nunziato gli investigatori sono risaliti attraverso intercettazioni telefoniche. Nunziato, su indicazione dei due pregiudicati, avrebbe accompagnato Amendola sul luogo dove il 18enne sarebbe stato ucciso. Nunziato ha deciso di collaborare anche perché spaventato dal fatto che, dopo la scomparsa di Amendola, alcuni sconosciuti si erano presentati a casa sua chiedendo di incontrarlo: temeva infatti che i camorristi volevano eliminarlo temendo che li denunciasse. Agli inquirenti ha descritto la dinamica dell’omicidio e le fasi successive, quando gli assassini bruciarono gli abiti che indossavano al momento del delitto e lanciarono la pistola in mare da una scogliera. Nunziato ha dichiarato di non conoscere però il movente del delitto. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze secondo cui ad Amendola veniva attribuita una relazione con una donna sposata a un esponente del clan.

 

 

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