Antifascista, poi comunista e quindi socialista. Amante dello sport, del cinema, del teatro e della cultura in generale. Profondamente legato alla sua Napoli, ma forse prima di tutto giornalista. Collaboratore, quindi uomo di desk, direttore di quotidiani e tg, ma anche capo ufficio stampa. Difficile racchiudere la vita di Antonio Ghirelli in poche righe, una vita con mille interessi e decine di incarichi ed una passione per la partecipazione alla vita civile italiana continuata fino all’ultimo. Nato a Napoli quasi 90 anni fa (li avrebbe compiuti il 10 maggio), Ghirelli muove nella sua citta’ i primi passi della carriera.
La passione per giornalismo si palesa da giovanissimo quando comincia a scrivere sulla rivista IX Maggio, il giornale della Gioventu’ Universitaria Fascista di Napoli. Alla Federico II frequenta Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi, Raffaele La Capria, Luigi Compagnone. ”Eravamo un gruppo di amici affiatati – rivelo’ lui stesso in una recente intervista all’ANSA – Eravamo un covo di antifascisti”. In quel colloquio Ghirelli parlo’ dell’altro illustre elemento del gruppo: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, suo amico di lunga data, che ”una volta da attore – racconto’ lo scrittore – interpreto’ una parte in un mio atto unico”. ”Perdo uno degli amici pi— cari dei lontani anni della mia prima formazione”, ha detto oggi il presidente Napolitano in un messaggio alla famiglia. ”Fummo egualmente legati a Napoli ed egualmente animati da valori di libert… e di progresso mentre il fascismo si avviava alla fine. E non ci siamo mai persi di vista per il resto della vita, fino a tempi recentissimi. E’ stato un giornalista di razza guidato dalla sua passione di democratico e di socialista che lo aveva condotto anche a svolgere ruoli importanti accanto al Presidente Pertini e nel Psi; un popolarissimo giornalista sportivo e un interprete autentico dell’anima di Napoli”. Una dichiarazione di stima, a cui oggi se ne sono aggiunte molte altre, dal presidente Rai Paolo Garimberti, al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, a Paolo Bonaiuti, Fabrizio Cicchitto, fino alla Federazione nazionale della stampa che ha annunciato che accogliera’ nella propria sede la camera ardente del giornalista scomparso. Nasce in quegli anni giovanili a Napoli la passione per il cinema ed il teatro, ma soprattutto la forte spinta antifascista che lo portera’ ad partecipare attivamente alla Resistenza e ad inscriversi al Partito Comunista dal 1942. Dopo la guerra si getta a capofitto nel giornalismo e, tra Milano e Roma, collabora con L’Unita’ e Milano Sera, facendosi presto notare per la penna chiara e pungente. Cresce in questi anni anche la competenza sportiva, che trova spazio prima a Paese Sera e poi alla Gazzetta dello Sport, fino alla direzione prima di Tuttosport e, per una lunga stagione, dal ’66 al ’77, del Corriere dello Sport. Ghirelli continua pero’ a coltivare la passione per la cultura, scrivendo anche sulla terza pagina di diverse testate con cui collabora, tra cui il Corriere della Sera e il Mondo. Una svolta alla sua carriera e alla sua militanza politica arriva nel ’56, quando con l’invasione d’Ungheria, lascia il Pci e si iscrive al Partito Socialista Italiano. Una militanza che lo portera’ nel 1978, subito dopo l’elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica, a guidare l’ufficio stampa del Quirinale. Un’esperienza che pero’ finisce bruscamente con la sua rimozione dopo due anni, era il 31 maggio del 1980, dopo un complesso incidente di percorso avvenuto nel corso della visita di Petrini in Spagna: come raccontera’ lui stesso in seguito gli costa il posto non aver seguito da vicino l’iter di una dichiarazione erroneamente attribuita al presidente in merito allo scandalo Donat Cattin che vede in quei giorni chiamare in causa anche Francesco Cossiga, allora presidente del Consiglio. Poi, avanti negli anni ’80, durante i governi Craxi, sara’ al vertice dell’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri. Quindi alla guida del Tg2, per un breve periodo dall’ ’86 all’ ’87, e alla direzione dell’Avanti!, dall’ ’88 all’ ’89. La sua saggistica e’ poliedrica un po’ come la sua vita. C’e’ lo sport con la ‘Storia del calcio in Italia’, su prima opera edita nel 1954 e la raccolta ‘Tre volte campioni del mondo’. C’e’ la politica, con i testi su Craxi, Moro e il compromesso storico, e le ultime sue creazioni enciclopediche: ‘Democristiani. Storia di una classe politica dagli anni Trenta alla Seconda Repubblica’ del 2004 e ‘Aspettando la rivoluzione. Cento anni di sinistra italiana’ del 2008. Ma c’e’ soprattutto la sua Napoli, raccontata da un uomo che la conosceva a fondo, tra tanti riferimenti storici e aneddoti. Tra i testi dedicati alla citta’ partenopea spicca ‘Storia di Napoli’, scritta nel ’73 e poi tornata in libreria nel ’92 e nel 2007.