Con l’ipotesi di corruzione la Procura di Roma ha mandato gli uomini della Guardia di Finanza a casa e nell’ufficio del giudice per le indagini preliminari Alberto Capuano. Avrebbe ottenuto la ristrutturazione del centro estetico della moglie, in cambio dell’adozione di alcuni provvedimenti ritenuti sospetti, in favore del gruppo imprenditoriale che fa capo alla famiglia Ragosta. Un sopralluogo durato diverse ore, lì al quattordicesimo piano della Torre b del Tribunale di Napoli, con gli uomini della finanza che hanno portato via faldoni di documenti, ma anche supporti informatici. Stando a quanto emerge dal decreto di perquisizione, Capuano avrebbe adottato provvedimenti ritenuti «errati» o comunque sospetti, perché avrebbero favorito i Ragosta, in materia di misure personali e reali.