La voglia di vendicare l’uccisione dei loro due fratelli per mano del clan Cuccaro ha spinto Salvatore Abrunzo e Raffaele Valda ad allearsi con organizzazioni del quartiere napoletano di Secondigliano per pianificare l’uccisione di Giovanni Bottiglieri, ucciso a Barra – altro quartiere partenopeo – il 23 ottobre dello scorso anno. È questo l’episodio che, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco (Napoli), ha portato alla formazione del sodalizio criminale Amodio-Abrunzo, sorto dalla scissione interna ai Cuccaro. Ciro Abrunzo fu ammazzato nel luglio del 2012, Ciro Valda nel gennaio del 2013. Delitti consumati nell’ambito della lotta di potere nel clan Cuccaro, organizzazione operante nella parte periferica di Napoli. Oggi i carabinieri della compagnia di Torre del Greco hanno dato esecuzione a un’ordinanza in carcere, emessa dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di otto persone tutte accusate di associazione di tipo mafioso (altri due soggetti interessati dal provvedimento risultano irreperibili). Solo uno dei destinatari, Vincenzo Amodio (considerato il capo del gruppo criminale) era già in galera per fatti avvenuti nel Casertano. La formazione del sodalizio Amodio-Abrunzo, creatosi di fatto dopo l’omicidio di Bottiglieri, si è palesata – come hanno appurato gli inquirenti – con una ”campagna estorsiva” molto forte ai danni dei commercianti avviata nel periodo delle ultime festività natalizie. ”Va evidenziato – scrive in una nota il procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Filippo Beatrice – che l’ascesa di questo sodalizio criminoso ha comunque fatto registrare ulteriori e recentissime forme di violenta ritorsione, com’è dimostrato dal tentato omicidio di Salvatore Abrunzo, avvenuto nel pomeriggio dello scorso 8 aprile. Proprio Abrunzo è uno dei destinatari del provvedimento restrittivo, essendo considerato uno dei promotori e dirigenti della nuova organizzazione criminale che si muove sul territorio di Barra”. Tra gli arrestati anche Salvatore Cianniello, raggiunto dall’ordinanza a Parma dove si era trasferito e – sempre secondo i carabinieri – dove avrebbe prestato assistenza logistica e materiale fornendo ad esempio schede sim per telefonini, agli uomini vicini all’organizzazione criminale.