Formaggio scaduto ed ammuffito, biscotti stantii e privi di etichette di scadenza: il pacco alimentare consegnato ad alcune famiglie indigenti a Pomigliano d’Arco, è stato, secondo i destinatari, ”un vero pacco alla napoletana”. ”Non vogliamo criticare chi ci dona, gentilmente, generi di prima necessità – spiega, con le lacrime agli occhi, una delle destinatarie dei pacchi, una giovane mamma di tre bambini piccoli – ma la carità dovrebbe essere fatta con il cuore, non cercando di avvelenare chi già vive nel disagio. La maggior parte delle famiglie ha davvero bisogno di una mano, perchè la crisi ci ha messi in ginocchio, e per sfamare i nostri bambini siamo costretti, nostro malgrado, ed in ultima istanza, anche a chiedere aiuto alla Caritas: ma non possiamo dare da mangiare ai nostri figli prodotti scaduti. Ci siamo accorti della cosa proprio perchè la mia bambina, quando ho aperto il pacco, ha subito visto il formaggio, e ne voleva una fetta. E’ stato orrendo, perchè non ho potuto dargliene un pò a causa della muffa”.
Le confezioni di formaggio dolce, etichettato come ”aiuto Ue, prodotto non commercializzabile”, riportano tutte la data di confezionamento (luglio scorso), e di scadenza (2 dicembre), e da alcune si intravede la muffa formatasi sul prodotto. Le confezioni sfuse di biscotti, invece, non riportano alcuna indicazione, nè di produzione, nè di scadenza, ma i dolcetti risultano, una volta aperti, stantii. Stessa sorte per alcuni vasetti di pesto alla genovese, sulla cui etichetta manca la scadenza. Gli altri prodotti, invece, riportano un tempo per il consumo fino al 2014, ed in qualche caso 2016. Un episodio che, secondo il parroco della chiesa San Felice in Pincis, dove sono stati distribuiti i pacchi dai volontari della Caritas, ”purtroppo può accadere”. ”Posso assicurare – spiega don Peppino Gambardella – che abbiamo la massima cura nel distribuire i viveri ai poveri. Prodotti che raccogliamo sia da privati, che generosamente ce li portano, sia dal Banco alimentare che ci fornisce la maggior parte delle confezioni”. Secondo don Peppino, la scadenza reale di alcuni prodotti, è ”più lunga di quella indicata sulla confezione”. ”Il Banco alimentare ci indica i prodotti, e noi riferiamo la stessa cosa ai destinatari – aggiunge – può capitare che qualche prodotto produca muffa a causa di qualche difetto di confezionamento. Ma capita raramente, e non c’è cattiva fede da parte di nessuno”. Il prelato, infine, tiene a sottolineare che gli operatori impegnati a Pomigliano, si ”prodigano per il prossimo”. ”Tutti quanti – conclude – spendono il loro tempo e le proprie energie per metterle a disposizione dei poveri, che a Pomigliano sono tantissimi, tanto che siamo stati costretti a fare una turnazione anche nella distribuzione dei pacchi alimentari, che vengono consegnati a mesi alterni ad oltre un centinaio di famiglie per volta”.