Ai due campani, l’imprenditore Ercole Astarita e Gianfranco Morgano uno dei proprietari dell’hotel Quisisana di Capri, si sono anche aggiunti anche tre napoletani che hanno fatto ricorso ai servizi della Mossack Fonseca e i loro nomi sono finiti trai primi cento pubblicati dall’Espresso. Si tratta di Salvatore Bizzarro, Silvio Sacchi e Fabio Fraissinet. Tutti e tre hanno inaugurato società in un paradiso fiscale, ma tutti e tre sostengono di averlo fatto per «futili motivi». Salvatore Bizzarro ha un affermato studio da commercialista in viale Gramsci e spiega: «Ho aperto la società perché mi sembrava utile aggiungere tra i titoli dello studio una sede leale all’estero, non credo sia un reato». Silvio Sacchi era magistrato alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ma nel febbraio del 2006 è stato destituito dal Csm dopo essere stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Negli anni Novanta era finito in un’inchiesta penale: di lui aveva parlato il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone. Erano partite le indagini e Sacchi era stato accusato di aver accettato da un imprenditore vestiti firmati e soggiorni a Roma nell’hotel Hilton. L’imprenditore era stato a sua volta coinvolto in un’inchiesta ed era stato prosciolto dallo stesso magistrato: di qui l’accusa per corruzione. Il pm era stato condannato in primo grado, ma dopo una complessa vicenda giudiziaria era stata dichiarata la prescrizione e l’ormai ex procuratore era diventato avvocato. Cinque anni dopo è diventato socio di Fabio Fraissinet nella società aperta attraverso la Mossack Fonseca. Fraissinet aveva tentato la pratica legale, ma senza successo. Successivamente si era dato al commercio lavorando nel settore del cambio merci finendo a sua volta sotto inchiesta. Il procedimento è tutt’ora aperto. Nel 2011 aveva deciso di creare un’azienda che si interessasse dei fondi europei. «Per questo avevo chiesto a Bizzarro di aprire una società a Brusselles e lui si è rivolto alla Mossack che ha anche una sede in Lussemburgo. Insommma, secondo gli imprenditori napoetani, quelle aperte a Panama sarebbero inutili.

 

 

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