Non ci voleva molto per capire che la mannaia dei tagli alla sanità in molti casi si sarebbe abbattuta su famiglie e pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie croniche o gravi. Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha “imposto” le misure di contenimento della spesa nelle Asl e negli ospedali campani. E all’orizzonte già prende corpo lo smantellamento di importanti strutture che operano all’interno del Policlinico di Napoli. Sono ben 61 le unità operative (semplici e complesse) cancellate, tra cui il Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi dell’epilessia. La struttura, all’avanguardia in Italia, segue 5mila ammalati, provvede a uno o due ricoveri ordinari al giorno per i “monitoraggi intensivi”. Ogni anno effettua tra 700 e 800 ricoveri in day hospital e ha un programma per trattare le forme resistenti ai farmaci, oltre a garantire le attività ambulatoriali, non meno di 2.000 visite in 12 mesi. Il centro è peraltro riconosciuto dalla Lega italiana contro l’epilessia per i suoi standard e gode di un finanziamento di 200mila euro all’anno. Si tratta di un’unità operativa complessa del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Anestesiologia e Farmacoutilizzazione presieduto dal professor Lucio Santoro. Il Centro per la cura dell’epilessia è ottimamente diretto dal professor Salvatore Striano. Il reparto pone attenzione anche alle forme atipiche delle epilessie parziali idiopatiche dell’infanzia e delle epilessie temporali laterali. Un altro campo di interesse è l’epilessia correlata a tumori cerebrali, con le sue sfide terapeutiche. Ma in nome della spending review anche una struttura efficiente e di grande supporto terapeutico per migliaia di pazienti come il Centro per la cura dell’epilessia sarà presto soppressa. Incredibile. La scure dei tagli non guarda in faccia a nessuno. E come detto colpisce in particolare quelle fasce di malati che avrebbero bisogno di un maggiore apporto sanitario. Altro che riduzione delle prestazioni e soppressioni di reparti e strutture. Nel caso specifico basterebbe parlare, ad esempio, con i genitori dei bambini in cura presso il Centro per l’epilessia per comprendere l’entità dei danni prodotti dalla chiusura della struttura. Sotto l’esperta direzione del professor Striano, verso il quale le famiglie non fanno che spendere parole di elogio, medici e studenti dell’università Federico II sono quotidianamente a stretto contatto con i pazienti e studiano in modo approfondito e costante questa patologia, che una mamma che abbiamo ascoltato ha definito “una malattia invisibile perché spesso si prova imbarazzo a parlarne”. Nel reparto del Policlinico inoltre i pazienti hanno la possibilità di sottoporsi a tutti gli esami, dal prelievo del sangue all’elettroencefalogramma, per tenere sotto controllo la malattia senza essere costretti a ricorrere a strutture private tendenzialmente più interessate al profitto che agli utenti. Nel Centro il malato viene seguito dalla A alla Z con un sistema assistenziale che consente di valutare al meglio le crisi epilettiche (diverse tra loro a seconda del tipo di patologia) e di indicare il percorso terapeutico più adatto al paziente. Ma tutto questo potrebbe non bastare a “salvare” una struttura di importanza quasi vitale per migliaia di persone. Ecco cosa sono, nella pratica, i tagli alla sanità. Che vergogna.
Mario De Michele