Erano ben organizzati e con uno stratagemma hanno convinto un anziano di essere in possesso di gioielli di valore da piazzare sul mercato ad un prezzo vantaggioso. E così sono riusciti a farsi consegnare della vittima la somma di 1.200 euro. Una truffa che otto mesi dopo i fatti avvenuti a Pompei ha portato all’arresto di tre persone, raggiunte da un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Torre Annunziata ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata.
I tre (dei quali non sono state fornite altre generalità) sono ritenuti responsabili in concorso di truffa aggravata dalla circostanza dell’avere approfittato della condizione di minorata difesa della vittima, determinata dall’età avanzata. I fatti, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Torre Annunziata e dai carabinieri della stazione di Pompei, risalgono allo scorso 12 settembre e sono stati ricostruiti grazie alle immagini catturate dall’impianto comunale di videosorveglianza ma anche attraverso testimonianze ed attività di osservazione e pedinamento eseguite dai militari.
L’anziano fu avvicinato da uno dei tre soggetti che, fingendosi un marittimo finlandese temporaneamente in sosta al porto di Salerno, si era dichiarato in possesso di un ingente quantitativo di pietre preziose da piazzare sul mercato a prezzo d’occasione. I due venivano poi raggiunti da una terza persona, qualificatasi come rappresentante dell’Intendenza di Finanza (struttura non più esistente), che simulava un forte interessamento all’acquisto dei ‘diamanti’, la cui autenticità veniva confermata da un terzo indagato, che fingendosi esperto gemmologo attestava il rilevante valore dei gioielli. A questo punto l’uomo truffato veniva indotto a prelevare in banca 1.200 euro a titolo di prestito in favore del presunto intendente di Finanza “che si era determinato – spiega in una nota il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico – all’acquisto e che in qualità di pubblico ufficiale, era persona in grado di carpire la sua fiducia in ordine alla serietà dell’affare e alla circostanza che il prestito sarebbe stato onorato”.