“Siamo “‘e guagliun (i ragazzi, ndr) e Barra”: così due estorsori – Enrico Veneruso, di 55 anni, ed Emanuele De Simone, di 19 anni – si sono presentati in un cantiere edile di Napoli per chiedere il “pizzo”. I due, sono stati arrestati, in flagranza, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli che li stavano attendendo da qualche giorno, travestiti da operai. Entrambi sono accusati di tentata estorsione continuata, aggravata dal metodo mafioso. I due, lo scorso 23 ottobre, sono entrati nel cantiere chiedendo del titolare che in quel momento era assente. Con toni decisi e intimidatori si sono rivolti ai presenti dicendo, in dialetto, “riferite al capo che sono venuti i ragazzi di Barra. Lavorate in grazia di Dio tutta la settimana, martedì è festa e mercoledì è mezza festa. Ci vediamo giovedì o venerdì”. I poliziotti, a questo punto, si sono travestiti da operai e hanno atteso che i due si ripresentassero. Veneruso e De Simone sono tornati nel cantiere nella tarda mattinata di ieri, in sella di una moto di grossa cilindrata. Ignorando l’identità della persona a cui si stavano rivolgendo, un poliziotto, che si è presentato come il titolare della ditta, hanno chiesto la consegna di una somma danaro. La reazione degli agenti è stata immediata: i due sono stati bloccati e arrestati. Dagli accertamenti è risultato che Veneruso è stato legato al clan camorristico Cuccaro-Aprea: nei suoi confronti sono emersi precedenti penali e di polizia per associazione di stampo mafioso, omicidio e tentato omicidio, estorsione e rapina. Nei confronti di De Simone, invece, sono risultati precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. I due sono stati chiusi nella Casa Circondariale napoletana di Poggioreale.