GIUGLIANO – Quest’estate con grande clamore e trionfalismo, l’amministrazione comunale ha inaugurato un’isola ecologica in via Ripuaria in prossimità del IV circolo didattico, laddove ormai si era stabilito da molti mesi un immondo sversatoio incontrollato di immondizia. La montagna di rifiuti veniva periodicamente rimossa con il bobcat, lasciando il marciapiede incrostato di percolato e sempre più consunto, ma pronto ad accogliere un nuovo carico maleodorante.
Data la situazione preesistente, quindi, i cittadini della Fascia Costiera non potevano che accogliere con sollievo l’apertura del punto di “conferimento assistito”, sperando che esso potesse rappresentare finalmente un primo passo verso la raccolta differenziata nel comune più negligente in questo campo.
Ad alcuni mesi di distanza, ci troviamo purtroppo a dover constatare che la realtà è molto diversa.
La cosa a nostro avviso più grave è che alle spalle dell’isola ecologica, a pochi metri dalla scuola frequentata da centinaia di bambini, giacciono da mesi due montagne di rifiuti speciali tra cui copertoni e soprattutto, per ammissione degli stessi operatori della Senesi, il letale amianto. La rimozione di questi materiali dovrebbe essere realizzata da una fantomatica ditta specializzata, ma i giorni passano ed essi sono ancora lì senza neanche dei teli di copertura a limitare la dispersione delle sostanze nocive, esponendo quotidianamente i lavoratori, gli alunni della scuola ed i loro genitori ad enormi rischi per la salute. Tutto ciò quando a giugno nella stessa zona furono depositati per giorni numerosi grossi sacchi pieni di amianto proveniente da chissà dove, rimossi solo dopo le proteste dei cittadini.
In secondo luogo, risulta evidente che la raccolta differenziata che si effettua nell’isola ecologica è un bluff e che la stessa non è assolutamente a norma. Per quanto riguarda sicuramente la raccolta della frazione umida e dell’indifferenziato, che continuano ad essere conferiti insieme all’interno di un auto-compattatore che staziona tutto il giorno col motore acceso nell’area rilasciando percolato in abbondanza, ma anche per l’assenza del servizio di raccolta di pile, medicinali ed oli esausti. Le risposte fornite alle legittime perplessità manifestate dai cittadini su questa evidente contraddizione sono sempre evasive e contraddittorie: si dice che l’organico va conferito solo nei giorni dispari perché c’è il camion dedicato, poi che deve essere depositato nei giorni indicati dal depliant Senesi, ovvero nei giorni pari tra cui la domenica in cui l’isola è chiusa, ma poi ogni volta ci si trova sempre davanti allo stesso unico auto-compattatore. Altro capitolo dolente è quello degli ingombranti, le telefonate di prenotazione al numero dedicato sono disattese per mesi, quando c’è una risposta.
Al di fuori degli orari di apertura dell’isola ecologica, dopo le 17 e di domenica, in molti, refrattari alle regole del vivere civile, continuano ad abbandonare i rifiuti all’esterno delle cancellate, come hanno sempre fatto ai “bei vecchi tempi” della discarica a cielo aperto. L’inciviltà di molti nostri concittadini purtroppo non è una novità e non può essere addebitata in toto a chi gestisce la raccolta, ma di sicuro andrebbe veramente e non solo su carta, implementato un sistema di videosorveglianza che permetta di elevare salate sanzioni a costoro. Ogni mattina gli operatori provvedono ad eliminare quanto depositato durante la notte, ma l’area risulta comunque molto sporca e frequentata da cani randagi e ratti.
L’ECO della Fascia Costiera, a nome di tutti i cittadini di buona volontà che desiderano vivere in un contesto più sano e civile, richiede in primis l’immediata bonifica della zona con rimozione di tutti i rifiuti speciali e non accantonati all’interno dell’isola ecologica o lungo il suo perimetro e di seguito l’adeguamento del servizio alle norme previste dalla legge.
L’associazione ECO della Fascia Costiera, da mesi è attiva nel monitoraggio del territorio e nella denuncia delle tante inadempienze che caratterizzano il settore della raccolta rifiuti nel comune di Giugliano ed in particolare sulla Fascia Costiera, come l’assenza di un piano reale per la raccolta differenziata, la presenza di innumerevoli discariche illegali e roghi tossici, che vanno a complicare ulteriormente lo stato di salute di un territorio già messo a dura prova dall’ecomafia e dai governi.
La nostra azione si è concretizzata in decine di denuncie all’autorità, una diffida al comune ed un interrogazione al parlamento per lo stato di completa inadempienza dell’amministrazione giuglianese in materia di rifiuti. I fatti di cronaca confermano che abbiamo toccato i tasti giusti, il settore rifiuti prima e poi l’intero comparto legato ad appalti, gare e spesa pubblica del comune di Giugliano sono finiti sotto indagine per iniziativa del Ministero degli Interni, che ha delegato il Prefetto per fare chiarezza su eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata.