NAPOLI – “Due colleghi della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti questa notte da un detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli”. A renderlo noto, attraverso un comunicato, è il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria). “Il detenuto, – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe – un ucraino particolarmente violento, era appena stato condotto in carcere per il reato di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale ed era in procinto di essere immatricolato, dopo avere dato in escandescenza nel Commissariato dove era stato condotto dopo l’arresto”.
“I poliziotti penitenziari sono stati proditoriamente aggrediti, prima verbalmente e poi fisicamente, – dice ancora Capece – tanto da rendersi necessarie le cure all’ospedale: uno ha subito un trauma cranico e l’altro la rottura del polso”. “Nonostante tutto, – spiega – i colleghi della Polizia Penitenziaria sono riusciti ad evitare più gravi conseguenze. A loro va naturalmente tutta la nostra vicinanza e solidarietà, ma ci domandiamo quante aggressioni ancora dovrà subire il nostro Personale di Polizia Penitenziaria perché si decida di intervenire concretamente sulle criticità di Napoli Poggioreale, un carcere dove sono oggi presenti più di 2.800 detenuti rispetto ai circa 1.600 posti letto regolamentari? Questa aggressione ci preoccupa”. Nella nota, Capece punta il dito contro le carenze di personale (200 agenti in meno rispetto all’organico previsto) e il sovraffollamento delle carceri. “Il personale di Polizia Penitenziaria – conclude Capece – é stato ed è lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) pensa alle favole, alla vigilanza dinamica ed all’autogestione dei detenuti: ma le tensioni in carcere crescono in maniera rapida e preoccupante. Bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli agenti e alle strutture. E bisogna che chi aggredisce gli agenti sia punito con severità e fermezza”, conclude il segretario generale del Sappe.