ACERRA – Dalla estrema periferia al centro per sollecitare un intervento. Si sposta all’esterno della casa comunale la protesta degli operai della Simmi, che per giorni hanno stazionato sul tetto dello stabilimento per chiedere nuove commesse e scongiurare così la chiusura dell’azienda. Un presidio pacifico davanti al comune di Acerra, è stato effettuato in mattinata dai lavoratori della Simmi, che dall’11 maggio scorso stanno protestando sui tetti dello stabilimento, dove sono in assemblea permanente, per chiedere l’assegnazione di codici fornitori da parte di Ansaldo Breda.
I lavoratori, che non hanno neanche ancora percepito la mensilità di cassa integrazione di aprile e che hanno appeso dal tetto dell’azienda alcuni manichini impiccati, hanno chiesto di incontrare il neosindaco Raffaele Lettieri, che però non si é ancora insediato al Municipio. I manifestanti, circa una settantina, si sono poi recati dal vescovo monsignor Giovanni Rinaldi: “Ma anche lui non era in sede – spiegano i rappresentanti dei2 30 lavoratori dell’azienda che produce tra l’altro cablaggi e schermi di aerazione per treni – ci hanno abbandonati tutti, anche la Chiesa. Siamo soli e disperati, senza soldi, e senza prospettive future. Ad agosto scade la cassa integrazione e noi resteremo senza lavoro. Siamo pronti a proteste eclatanti, non più pacifiche, dopodiché inizieremo a lanciarci dal tetto, perché non possiamo tornare a casa, e dire ai nostri figli che non possono più mangiare”