”La serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia”, scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera a don Maurizio Patriciello, parroco anti-roghi di Caivano, sul problema della Terra dei fuochi. ”Vorrà credere nel mio costante impegno a sollecitare,a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari”, assicura il capo dello Stato che probabilmente incontrerà Don Patricello domani a Villa Rosebery nella terza giornata di soggiorno nel capoluogo partenopeo. Il parroco ha subito risposto a Napolitano ringraziandolo per l’attenzione e l’impegno: ”Il presidente conosce il dramma che noi viviamo quotidianamente. Sono fiducioso”, ha detto Don Patriciello.

”Ho riascoltato con rinnovata commozione, dopo le drammatiche notizie che lei stesso mi ha voluto rappresentare in Prefettura a Napoli nell’incontro del 29 settembre scorso, il grido accorato delle madri dei bambini colpiti da gravi patologie tumorali ricondotte al criminale inquinamento dei vostri territori della Campania”, ha scritto ancora Napolitano al parroco al quale ha rinnovato ”perché se ne faccia portavoce verso le famiglie interessate”, la sua ”intima partecipazione al loro dolore, confidando che non abbandonino la fiducia nell’impegno delle istituzioni, reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini”. Napolitano ha ricordato di aver ”affrontato l’argomento in varie occasioni, sia in ripetuti contatti con competenti autorità locali sia sollecitando, presso le autorità governative, l’adozione di provvedimenti adeguati alle necessità più urgenti riscontrate alla luce di elementi emersi di recente”. ”La gravità del problema – ha sottolineato – è stata da me pubblicamente evidenziata in una dichiarazione del 29 settembre scorso, poi nella ricorrenza dell’anniversario della fondazione del Corpo Forestale dello Stato, interessato a controlli in materia, e in un’iniziativa sull’ambiente tenuta si al Quirinale con l’Associazione ‘Green Cross Italia’. Malgrado l’impegno dispiegato dallo Stato, sono d’accordo con lei che la questione richiede ancora energie e attenzione. Sebbene il territorio colpito e danneggiato sia circoscritto, e non esteso all’intera Campania, la serietà del fenomeno non può permettere di abbassare’ la guardia. Mi ritenga disponibile a ricevere nei prossimi giorni da lei un aggiornamento sulle sue valutazioni circa esigenze e istanze della popolazione. Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare – a tutti i livelli di governo – gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime”.

Era il 29 settembre scorso quando Giorgio Napolitano intervenne sul problema della terra dei fuochi dando una dimensione nazionale ad un problema che fino allora era tutto sommato rimasto a livello locale. Un tema assai caro al presidente della Repubblica che quel giorno si trovava a Napoli e (nonostante il giorno prima la delegazione di Forza Italia avesse annunciato l’uscita dal Governo) decise di mantenere inalterati gli impegni. Tra questi c’era proprio un incontro in Prefettura con don Patriciello, il presidente della Regione Caldoro, il sindaco di Napoli de Magistris, il presidente facente funzioni della provincia, il prefetto di Napoli, il sindaco ed il presidente della provincia di Caserta, nonché l’incaricato del ministero degli Interni per la lotta al fenomeno dei fuochi. Si trattò di una lunga riunione di lavoro al termine della quale Napolitano sottolineò come ”occorre porre riparo ai guasti di molti anni di prassi illegale – nella quale la camorra l’ha fatta da protagonista – di interramento di rifiuti tossici provenienti dal Nord e dalla stessa regione campana in una vasta zona del Napoletano e del Casertano”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui