Non c’entrava nulla con la camorra ed il suo assassinio fu un ”errore” dei sicari. A quasi 18 anni di distanza si fa luce sull’omicidio di Vincenzo Cardone, ucciso a 23 anni in circostanze apparse da subito misteriose a Torre del Greco (Napoli) il 26 settembre 1998. Per questo delitto i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata e gli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA nei confronti di Sebastiano Tutti, 49 anni, già detenuto, ed Antonio Scognamiglio, 52, sottoposto al regime di sorveglianza speciale. Entrambi sono accusati di omicidio premeditato e porto e detenzione illegale di armi e ricettazione aggravate dal metodo mafioso. Le indagini hanno accertato che Cardone fu scambiato per un pregiudicato del clan Chierchia, che aveva coperto la fuga dei sicari responsabili, una settimana prima, dell’ uccisione di Santo Tutti, fratello di Sebastiano. Cardone pagò con la vita la somiglianza fisica con il vero obiettivo dei killer del clan Falanga, allora contrapposto ai Chierchia per il controllo delle attività illecite della zona), l’ aver prestato il proprio ciclomotore a questi e la presenza all’ esterno di un bar frequentato da pregiudicati. Il giovane fu raggiunto da tre colpi di pistola mentre si trovava sul suo ciclomotore.