In fondo al mare del Golfo di Napoli a caccia di anfore vinarie di epoca romana ancora intatte. E’ uno degli obiettivi del progetto di archeologia subacquea “Il giardino delle sirene” che si sta svolgendo nelle acque di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. La prima serie di immersioni è cominciata ieri e si concluderà nella giornata di domani ed è condotta dal dipartimento di archeologia subacquea della Fondazione Ras (Restoring Ancient Stabiae), dall’università di Malta, dall’università Federico II attraverso il DiSTAR, dalla Società Geografica Russa e dalla capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, con la supervisione di Tommasina Budetta, responsabile dell’archeologia subacquea della Campania.
Il progetto “Il giardino delle sirene” nasce da un’idea della fondazione RAS di Castellammare di Stabia e partì con una ricerca geofisica a fini archeologici condotta in maniera sistematica in una batimetrica compresa tra i 50 e i 200 metri, nell’area tra Capri e Sorrento, finalizzata all’individuazione di relitti sommersi nel golfo di Napoli. Tali indagini furono condotte qualche anno fa in collaborazione con il professore Timmy Gambin dell’Università di Malta. La campagna aveva portato all’acquisizione di documentazione fotovideo su due relitti inediti, uno Junker tedesco risalente alla seconda guerra mondiale e un antico relitto romano: l’aereo é un trimotore, ancora visibili il carrello, resti della carlinga, della postazione di guida. L’antico relitto di epoca romana, composto da un ingente carico di anfore vinarie integre, alcune sigillate, potrebbe riservare interessanti spunti di ricerca su commerci e rotte di transito tanto care ai colleghi archeologi. Le nuove immersioni di questi giorni sono puntate al recupero di alcune delle anfore ancora intatte. “Il progetto spiega il senatore Francesco Amoruso, presidente onorario dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM), che ha patrocinato l’iniziativa è finalizzato all’individuazione di antichi relitti presenti nel Golfo di Napoli e non ancora scoperti e si inserisce tra quelle iniziative culturali che, partendo dalla ricerca, dalla difesa e dalla tutela del patrimonio culturale, si pongono quali elementi fondamentali ai fini della collaborazione tra tutti i paesi del Mediterraneo, nell’ottica di un futuro di pace e cooperazione”.