In casa aveva gli appunti dove annotava prestiti e scadenze, con i nomi dei debitori. E le vittime finivano nel vortice dell’usura per prestiti da poche centinaia di euro, alcune volte addirittura per la consegna di appena 5 euro o generi alimentari. Sono queste sono le accuse contro Pasquale Sorrentino, 71 anni, ex titolare di una pizzeria, residente a Boscoreale e finito ieri agli arresti domiciliari per usura aggravata ai danni di almeno quattro persone. Un pensionato, un netturbino, la figlia di un uomo (morto tre anni fa) e un operaio straniero disoccupato sono le vittime identificate dai carabinieri della stazione di Boscoreale, al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, e che ieri hanno spinto il gip Mariaconcetta Criscuolo a firmare un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del 71enne boschese. Un uomo che «viveva abitualmente di usura» scrive il procuratore Pierpaolo Filippelli.
Era il suo lavoro, insomma, perché aveva disponibilità di contanti che prestava con tassi d’interesse superiori al 100% annuo. I prestiti elargiti andavano dai 60 ai 350 euro per volta, in alcuni casi dai 5 ai 20 euro, in altri addirittura alimenti per i quali presentava conti salatissimi. Soldi che si sommavano ad ulteriori prestiti per far fronte alle varie spese. Piccole somme di denaro, per permettere alle vittime di arrivare a fine mese, pagare le bollette o fare semplicemente la spesa, per mangiare. In cambio, però, le trascinava nel vortice dell’usura, pretendendo il pagamento di tassi insopportabili, soprattutto per chi aveva serie difficoltà economiche. L’attività di usura, secondo gli investigatori, andava avanti da almeno una decina di anni. Finché un uomo ha deciso di denunciare, perché ormai «le richieste di Sorrentino sono diventate insostenibili». C’era chi aveva ottenuto in totale «600 euro e si è già preso 1350».
Chi invece aveva estinto il suo debito di 300 euro in tre mesi già nel 2007 «pagando 400 euro, ma continuava a chiedermi soldi ancora oggi. Ho pagato oltre mille euro, mi ha schiaffeggiato sul luogo di lavoro per 25 euro. Ancora oggi da me vuole 1900 euro». C’è chi invece era finito nel vortice dell’usura «perché mi prestava 5, 10, 20 euro al massimo. Il mese dopo me ne chiedeva almeno 30. Per 8 salamini mi chiese 80 euro». I contatti tra Sorrentino e le vittime avvenivano anche telefonicamente, con il 71enne che chiedeva di «portare una imbasciata» al solito bar. In realtà, secondo gli inquirenti quella era la richiesta della rata mensile.