I residenti della zona di San Mauro di Casoria lanciano un accorato all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Raffaele Bene. A distanza di oltre due settimane dalla maxivoragine del 1 luglio che ingoiò letteralmente un autocompattatore dei rifiuti, da cui miracolosamente uscì illeso l’autista, i cittadini chiedono che il Comune si dia una mossa. Il camion va sempre più giù, a dimostrazione di un sottosuolo friabile e instabile: se dovesse venire giù una bomba d’acqua la situazione potrebbe improvvisamente precipitare. In un comunicato dei residenti minacciano di scendere in piazza per chiedere di accelerare i tempi. Hanno perfettamente ragione. Il sindaco Bene ha preso sottogamba un’emergenza seria mentre servirebbero interventi celeri.
L’area interessata è sotto sequestro da parte della Procura di Napoli Nord. Attraverso un pool di consulenti tecnici, i magistrati vogliono scoprire eventuali responsabilità per la voragine che ha squarciato il cuore della città. Può il nuovo dispositivo antitraffico varato dall’ex commissario Santi Giuffrè e tenuto in vigore, per quell’area del centro storico, dal sindaco, in qualche modo aver contribuito al disastro? È stata solo una fatalità o c’è la mano dell’uomo? Interrogativi che hanno spinto il pm Vincenzo Lanni a indagare oltre il primo cittadino, Raffaele Bene, e l’ex questore Giuffrè anche il comandate dei vigili Sciaudone e il capo dell’ufficio tecnico Napolitano. Si tratta di una procedura d’ufficio per consentire di nominare i consulenti di parte e verificare insieme agli esperti nominati dal giudice le reali cause della voragine. Che, secondo le previsioni più ottimistiche, dovrebbe essere riparata per ottobre, data indicata dai tecnici anche per estrarre dagli inferi il camion zeppo di rifiuti.