Ormai gli interventi di sgombero dei senza fissa dimora che hanno formato una “storica” baraccopoli all’esterno dell’ospedale Cardarelli si sono rivelati del tutto inutili. Poche settimane dopo l’intervento della polizia municipale e degli assistenti sociali, infatti, i senza fissa dimora ritornano a popolare gli stessi giardinetti che ormai colonizzano da diversi anni. A nulla servono le denunce dei cittadini e delle associazioni civiche che si rivolgono a Comune e Municipalità per il ripristino dell’area verde perennemente occupata e, soprattutto, per il ripristino del decoro in una zona a fortissimo transito pedonale. Uomini e donne, spesso anziani e ammalati, vivono in strutture di fortuna create raccattando cartoni, coperte e grossi sacchi di plastica direttamente tra i cassonetti. Le panchine, attrezzate a giacigli di fortuna, sono allo stesso tempo un rifugio notturno ed un vero e proprio “guardaroba” che contiene i pochi effetti personali dei senzatetto. Si tratta di una piccola comunità formata da una decina di individui che solo sporadicamente riescono a trovare rifugio nelle strutture comunali e che sopravvivono grazie al provvidenziale aiuto dei gruppi di volontari che girano di sera e che forniscono pasti caldi. Le fotografie scattate dal Comitato Diritti Essenziali testimoniano una cruda realtà: il problema, infatti, non sono le donne e gli uomini che tentano disperatamente di riscaldarsi con cartoni e coperte sudice raccattate tra i rifiuti o ricevute in dono chissà dove e chissà quando. Il problema serio, a cui le istituzioni non possono non porre rimedio, è l’abbandono in cui vive gran parte del popolo degli “invisibili”, abbandonati al loro destino non sempre per loro scelta. Il problema legato al degrado di un punto nevralgico di Napoli nasconde, in realtà, un problema più grosso, quello legato alle carenze tecniche ed organizzative del terzo settore nel capoluogo partenopeo. I posti letto, che pure sono stati aumentati nell’ultimo periodo, non riescono in alcun modo a coprire le esigenze del popolo di disperati che cresce di anno in anno. E, del resto, più volte le istituzioni hanno ribadito che in molti casi non è semplice convincere i clochard ad abbandonare i loro “posti” in strada. Molti sono accompagnati da cani e gatti e le strutture del Comune non possono accogliere animali che, in moltissimi casi, formano la sola famiglia dei senzatetto che preferiscono dormire in strada piuttosto che abbandonare i loro animali. Il degrado denunciato per l’ennesima volta dal Comitato Diritti Essenziali, naturalmente, interessa anche tantissime altre zone della città, non escluso il centro storico – in particolare la galleria Umberto e la galleria Principe di Napoli – e l’area di piazza Garibaldi. Anzi, proprio nella zona del Vasto da ormai diversi giorni i cittadini sono in allarme per le condizioni di avanzato degrado di via Torino dove, nei pressi del palazzone che ospitava la sede napoletana della Cgil, si sta formando nuovamente una baraccopoli popolata da senza fissa dimora che, in mancanza di bagni, sono soliti espletare i loro bisogni fisiologici direttamente in strada, sotto gli occhi inorriditi di passanti e residenti costretti ad assistere quotidianamente ad un disastro che va avanti da più di dieci anni ma che non accenna a scomparire nemmeno con la nuova amministrazione.

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