Passa dal carcere ai domiciliari Carlo Savoia, l’imprenditore del settore rifiuti arrestato il 21 dicembre scorso dai carabinieri del Noe nell’ambito di un’indagine della Dda di Napoli che ritiene Savoia la mente di un sistema in grado di truccare decine di appalti pubblici banditi da comuni campani e di altre regioni per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani; gare che sarebbero andate alle aziende di Savoia.

Carlo Savoia

È stato il tribunale del Riesame di Napoli a disporre la scarcerazione dell’imprenditore e la sostituzione con la misura meno afflittiva dei domiciliari; i giudici hanno accolto l’istanza presentata dal legale di Savoia, Raffaele Costanzo. Nell’inchiesta sono finiti agli arresti domiciliari anche un funzionario attualmente in servizio (Giuseppe D’Auria) e un ex dirigente del settore ambiente del Comune di Caserta (Marcello Iovino), il sindaco di Curti Antonio Raiano e il comandante della polizia municipale di Curti; tra gli indagati il sindaco di Caserta Carlo Marino e funzionari di numerosi Comuni in cui, secondo la Dda, il «sistema Savoia» avrebbe truccato le gare d’appalto per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, facendole aggiudicare alle sue aziende. Sul conto di Savoia vi sono anche pesanti ombre di collusione con la camorra casalese, di cui hanno parlato alcuni collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi come Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco «Sandokan» Schiavone; dichiarazioni riportate dal Gip di Napoli nell’ordinanza di arresto, sebbene Savoia non sia indagato per reati di camorra.

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