Ha compiuto da poco quattordici anni, è iscritto al primo anno del liceo scientifico Tito Lucrezio Caro, vive a Posillipo e ha due genitori perfettamente integrati nel tessuto borghese cittadino. È accusato di essere il teppista dello stadio Simpatia di Pianura, quello che avrebbe lanciato dei petardi verso gli spalti che ospitavano gli studenti del liceo Sannazaro. È stato denunciato per lesioni e lancio di materiale esplodente, indicato come il principale responsabile (non è detto che sia l’unico) del ferimento di Riccardo, costretto a due interventi chirurgici (alla mano e all’occhio), per aver tentato di difendere un’amica dall’ordigno esplosivo che era stato lanciato contro. Eccola la possibile svolta investigativa, nel corso delle indagini su quanto avvenuto martedì scorso durante il cosiddetto quadrangolare dei licei. Una brutta pagina di cronaca cittadina, che nulla ha a che vedere con lo sport a sfondo sociale, che va ora ripercorsa alla luce di quanto ricostruito dagli uomini del commissariato di Pianura. Mancano pochi minuti al triplice fischio, prima semifinale tra il classico Sannazaro e lo scientifico Lucrezio Caro sta per finire con la vittoria (tre a due) dell’istituto vomerese. Cori di festa da parte dei supporter del Sannazaro, quando si consumano gesti irripetibili: vengono lanciati almeno tre ordigni (qualcosa di molto simile alle cosiddette “cipolle”) che provocano danni e paura. Viene ferito Riccardo, attualmente al Pellegrini dove dovrà essere operato a una mano, nella speranza di recuperare la funzionalità dell’arto (ed è stato già operato a una palpebra colpita da una scheggia). Brutta storia, tanta paura, ma anche testimonianze che inquadrano il gesto con estrema chiarezza. Un atto teppistico ma non estemporaneo. Era premeditato – sembra di capire – un’azione violenta che era stata organizzata diverse ore prima, come emerge dalla borsa di petardi trovata all’esterno del campetto, ma anche dalle testimonianze raccolte subito dopo il fattaccio tra i ragazzi delle scuole.
C’erano segnali di allarmi, diverse avvisaglie erano state già registrate, era in corso una sorta di sfida per intimidire i tifosi avversari. C’è la premeditazione, dunque. E stando a una prima ricostruzione, anche la traiettoria degli ordigni confermerebbe la intenzionalità piena del gesto offensivo. Il petardo era stato infatti lanciato in una zona degli spalti molto affollata. Aveva mirato, non per spaventare ma per ferire, per arrecare danni agli “avversari”. Ma come replica il presunto teppista? Stando a quanto trapelato finora, c’è chi sostiene che quel lancio di ordigni era un tentativo di difesa da parte degli studenti del Tito Lucrezio Caro di fronte a precedenti provocazioni. Una versione che evidentemente non trova conferma in alcun riscontro finora emerso. E sono stati gli alunni di entrambe le scuole a ribadire la propria solidarietà per Riccardo, indicandolo come una vittima di un episodio al di fuori di ogni logica di competizione stracittadina. Va infatti ricordato che nei giorni scorsi era stato organizzato un quadrangolare tra due classici e due istituti scientifici per beneficenza (sotto l’egida di Telethon, ovviamente estranea ai fatti). Una missione tradita dal gesto di uno sconsiderato che ha reso necessario sospendere il torneo e annullare l’altra semifinale tra Mercalli e Umberto, per evitare altre forme di degenerazione. Ora la parola alla Procura dei minori, che dovrà formulare un’ipotesi di accusa e stabilire eventuali sanzioni contro il teppista e i suoi possibili complici.