Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato a Pechino i leader dell’Ue Ursula von der Leyen e Charles Michel, rispettivamente presidenti della Commissione e del Consiglio. E’ quanto riferisce l’agenzia statale Xinhua. Il programma, in base a quanto diffuso alla vigilia, prevede che Von der Leyen e Michel abbiano un pranzo di lavori con l’incontro con Xi. In seguito, i capi dell’Ue presiederanno il 24/mo summit bilaterale con il premier Li Qiang prima di partecipare in serata alla cena ufficiale e alla conferenza stampa presso la rappresentanza Ue a Pechino. La Cina e l’Ue devono rispondere “d’intesa alle sfide globali”. Il presidente Xi Jinping, incontrando a Pechino le controparti europee Ursula von der Leyen e Charles Michel, ha sollecitato il “lavoro congiunto per arrivare alla fiducia politica”. Per questo, le due parti “dovrebbero intensificare” gli sforzi per “essere partner in una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, rafforzare costantemente la fiducia politica reciproca” e raggiungere un consenso strategico, ha osservato Xi. Le relazioni Cina-Ue “godono di un buon momento di consolidamento e crescita” al servizio degli “interessi di entrambe le parti e delle aspettative dei nostri popoli. Dovremmo lavorare insieme per sostenere lo slancio di crescita delle relazioni bilaterali”, ha aggiunto Xi nell’incontro alla Diaoyutai State Guesthouse con von der Leyen e Michel, secondo il testo diffuso dalla diplomazia di Pechino. Il presidente cinese, osservando che “nel mondo si stanno verificando trasformazioni di una portata mai vista in un secolo”, ha rimarcato che Cina ed Europa, “due grandi forze che promuovono la multipolarità, due grandi mercati a sostegno della globalizzazione e due grandi civiltà che sostengono la diversità”, hanno una relazione che “è essenziale per la pace, la stabilità e la prosperità globale. Spetta ad entrambe le parti fornire maggiore stabilità al mondo, più impulso allo sviluppo, nonché ispirazione e sostegno alla governance globale”. Notando che il 2023 ha segnato il ventesimo anniversario del partenariato strategico globale Cina-Ue, Xi ha parlato di “nuovo punto di partenza delle relazioni”, che devono “orientarci nella tendenza del mondo, agire con saggezza e senso di responsabilità e sostenere la descrizione appropriata della nostra relazione come partenariato strategico globale”. Cina e Ue dovrebbero essere partner “per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”, rafforzare “continuamente la fiducia politica bilaterale, costruire il consenso strategico e cementare i legami di interessi condivisi. Dovremmo – ha concluso Xi – evitare vari tipi di interferenze e intensificare il dialogo e la cooperazione per il bene dei nostri popoli. Dovremmo unire le forze per affrontare le sfide globali e promuovere la stabilità e la prosperità in tutto il mondo”. Gli squilibri e le differenze tra Ue e Cina “devono essere risolti”. E’ quanto ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nelle battute iniziali aperte ai media dell’incontro con il presidente Xi Jinping. “La Cina è il più importante partner commerciale dell’Ue, ma ci sono chiari squilibri e differenze che devono essere risolti”, ha sottolineato von der Leyen. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha detto che l’Ue è alla ricerca di una relazione “stabile e reciprocamente vantaggiosa” con la Cina, Nelle battute iniziali dell’incontro con il presidente XI Jinping, Michel ha assicurato che “siamo uniti nell’impegno a perseguire una relazione stabile e reciprocamente vantaggiosa con la Cina”, aggiungendo che Bruxelles vuole legami basati su “principi di trasparenza, prevedibilità e reciprocità”. La Cina registra a novembre un surplus commerciale di 68,39 miliardi di dollari, in rialzo sui 66,49 miliardi dello stesso mese del 2022 e ben oltre i 58 miliardi stimati alla vigilia dagli analisti. I dati, diffusi dalle Dogane cinesi, beneficiano di un export tornato a sorpresa positivo – per la prima volta in 7 mesi – grazie alla frazionale crescita dello 0,5% contro attese a -1,1%, mentre l’import cede lo 0,6% a fronte di previsioni pari a +3,3%. Le esportazioni cinesi sono cresciute leggermente a novembre, interrompendo la striscia di serie di sei cali mensili consecutivi: +0,5% su base annua (a 291,93 miliardi di dollari) contro il -6,4% di ottobre. Le importazioni, invece, sono calate dello 0,6% (a 223,5 miliardi) dal +3% di ottobre. L’indebolimento del commercio internazionale è tra i principali punti di maggiore pressione per la leadership di Pechino, alle prese con la crisi del settore immobiliare, da bassi consumi interni e da un produzione debole. Pechino ha avviato un’offensiva diplomatica da metà 2023 allo scopo di cercare di ricucire i legami con i principali partner commerciali, tra Usa e Ue, dopo che gli investitori stranieri hanno iniziato a diversificare il loro portafoglio a danno del Dragone con flussi di capitali in uscita e il crollo degli investimenti esteri diretti. Le esportazioni hanno contribuito a sostenere l’economia della Cina durante i tre anni di pandemia in cui era chiusa al mondo, ma – dopo la rimozione delle restrizioni anti-Covid – hanno faticato a mantenersi positive scontando l’elevata inflazione globale e l’aumento dei tassi di interesse che hanno di conseguenza frenato la domanda internazionale. Nei primi 11 mesi del 2023, il surplus commerciale ha segnato un calo annuo del 2,7%, a 684,04 miliardi, con l’export in frenata del 5,2% (a 3.080 miliardi) e l’import in flessione del 6%. Oggi i leader Ue, tra cui Ursula von der Leyen e Charles Michel, rispettivamente presidente della Commissione e del Consiglio europei, sono a Pechino dove hanno già incontrato il presidente Xi Jinping, nell’ambito del programma del 24/mo summit bilaterale che si terrà nel pomeriggio. In agenda, il tentativo di appianare l’enorme surplus commerciale della Cina (quasi 400 miliardi di euro nel 2022) e l’opposizione europea alla ‘neutralità’ pro Russia nella guerra di Mosca contro l’Ucraina. L’Ue è il secondo partner commerciale cinese nei primi 11 mesi dell’anno, alle spalle dei Paesi dell’Asean. Le esportazioni verso Bruxelles sono diminuite del 5,8% annuo, mentre quelle verso gli Stati Uniti sono scese dell’8,5%.