Artisti, intellettuali, istituzioni e volontariato si mobilitano per trasmettere vicinanza e solidarietà alla popolazione carceraria dell’Ospedale Psichiatrico di Aversa che non va lasciata ai margini della società bensì educata e aiutata a reinserirsi. Questo è il senso di “Arte che libera la speranza”, iniziativa dal forte carico emotivo e in grado di generare una riflessione quanto mai auspicabile su una particolare tematica sociale e umana quale quella dei diritti dei detenuti. L’evento si terrà venerdì 13 dicembre, alle ore 18, presso il teatro della struttura normanna dell’amministrazione penitenziaria. E’ promosso d’intesa tra l’associazione Casmu, presieduta da Mario Guida, la rassegna nazionale di Teatro scuola PulciNellaMente, rappresentata dal direttore Elpidio Iorio, i vertici dell’Opg aversano, ovvero la direttrice Elisabetta Palmieri, il comandante commissario Luigi Mosca, il comandante Antonio Villani, il capo area segreteria Gemma Pirolli. Si avvale, inoltre, del patrocinio del Comune di Aversa, rappresentato dal sindaco Giuseppe Sagliocco e dall’assessore alla Cultura Nicla Virgilio, e del Comune di Carinaro, nella persona del sindaco Mario Masi.
L’Opg di Aversa, collocato in uno stupendo edificio storico che risale al 1876, è uno dei sei ospedali psichiatrici giudiziari ancora presenti in Italia, è il più antico e il più rappresentativo del genere nel nostro Paese. La sua storia si è spesso intrecciata con la storia della psichiatria italiana del secolo scorso, rappresentando in maniera alternata polo di interesse scientifico e culturale da un lato, simbolo di bruttura e rifiuto dall’altro. Sono circa 160 gli internati che tra le mura dell’Opg normanno trascorrono anni delle loro esistenze scanditi da attese, ripetizione di azioni quotidiane, sigarette fumate con avidità, silenzi dal mondo esterno. Nello sguardo di queste persone trapela un misto di speranza e rassegnazione. A molti di loro, come spiega la direttrice Palmieri, attraverso qualche attività di svago e formazione come la coltivazione di un orto e il teatro, si cerca di offrire un piccolo spiraglio di vita, una prospettiva di futuro possibile.
Con l’evento di domani (13 dicembre) loro saranno i protagonisti di dediche, gesti, parole, pensieri, sguardi, canti, performances varie, il tutto abilmente sintetizzato in un percorso in cui arte e solidarietà s’intrecciano e uniscono quei valori che sanno toccare la sensibilità più profonda di ciascuno di noi dando vita ad un percorso intimo e personale che invita alla riflessione profonda e autentica. Se poi tutto ciò avviene all’interno di un luogo inconsueto come una struttura penitenziaria, dove la visita non è mai accompagnata dall’indifferenza e le emozioni si amplificano, allora l’iniziativa assume contorni ancora più leggibili perché la fusione tra la bellezza di un’opera d’arte e la semplicità di un gesto di solidarietà diventa naturale. Intenso e articolato il programma della serata alla stesura del quale ha lavorato con generosità e spirito di solidarietà un ampio gruppo di soggetti associativi o rappresentativi di mondi artistici e culturali da sempre in prima linea nella promozione di eventi in grado di esaltare i valori dell’uomo e il rispetto della sua dignità umana.
Oltre ai promotori e ai rappresentanti delle istituzioni locali sopra citate, saranno presenti tra gli altri: Luigi Pagano, vicecapo Dipartimento amministrazione penitenziaria, Lucio Romano, senatore, Antonio Lubrano, giornalista e conduttore televisivo, Antonio Buonomo, cantautore e attore, Lino D’Angiò, attore, comico e presentatore televisivo, Gianni Di Meo, cantante, Ciro Brancaccio, musicista, Sasà Ferrara, cabarettista, Carmela Massaro, attrice. Antonio Belardo, coordinerà i service tecnici di audio e luci, mentre Nicola Perfetto curerà addobbi e fiori. Ci sono dunque le premesse giuste affinchè l’evento solidale raggiunga appieno le finalità che l’hanno ispirato promuovendo forme di sensibilizzazione della collettività su temi importanti che meritano attenzione sul piano sociale, nello spirito di attivare forme di coinvolgimento e informazione sociale attraverso la cultura e, nel caso specifico, attraverso la musica e l’arte in genere.