“Con questo libro ho voluto rendere immortale il ricordo degli ultimi mesi di vita di mio padre ma soprattutto offrire una testimonianza di speranza a quanti, purtroppo, si troveranno a vivere la mia stessa esperienza. Un’esortazione a non mollare anche di fronte al male del nostro tempo, alla più terribile delle avventure che la vita ci costringe ad affrontare”. In questa frase Vittorio Gatto ha sintetizzato le motivazioni che lo hanno portato a scrivere e pubblicare “Al di là della barricata”, il suo primo libro, presentato nella serata di sabato 31 maggio in un auditorium “Vincenzo Caianiello” completamente gremito.

All’evento, moderato magistralmente dal sociologo Luca Faenza, hanno partecipato il senatore Lucio Romano, il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco e il professore Domenico Rosato. “E’ un libro – ha spiegato quest’ultimo – che si legge tutto di un fiato. Devo fare i complimenti a Vittorio perché la sua è stata una scelta coraggiosa, ha messo a nudo i suoi ricordi più intimi  in un modo coinvolgente e senza sbavature dal punto di vista linguistico”.

“Un libro – ha detto nel suo intervento il senatore Romano –  che ho letto due volte per cogliere ogni minimo dettaglio. Spesso diciamo che un libro è scritto al 50% dall’autore e al 50% dalle emozioni di chi lo legge mentre Al di là della barricata è scritto al 100% da Vittorio con tutto il suo bagaglio di emozioni e esperienze di vita vissuta. E’ il racconto di un viaggio verso la cura. Cura che rappresenta qualcosa di diverso dalla terapia. Faccio i complimenti a Vittorio perché è riuscito a raccontare la dignità della vita e non solo qualità di cui tutti, quasi sempre, ci preoccupiamo di fronte a casi simili.” A Romano, vista la sua formazione, anche il compito di affrontare la questione del rapporto tra scienza e fede, il cui confine è spesso labile.

Il sindaco Sagliocco ha portato il saluto della città ma soprattutto ha testimoniato la sua esperienza di vita al fianco dell’amico e medico Ettore: “Era un grande professionista, un’eccellenza della nostra città insieme ai suoi colleghi ma soprattutto un grande padre che ha sempre messo l’amore per i figli davanti a tutto”.

Il dibattito è stato concluso da una breve intervista di Luca Faenza a Vittorio Gatto. Il sociologo, in tre domande, ha cercato di ricostruire i passaggi che hanno portato alla stesura del libro. “Per scrivere il libro c’è voluto poco tempo – ha risposto l’autore – ma ne ho impiegato molto di più per sistemarlo. Tutto è cambiato da quando è nata mia figlia Giada perché ho compreso cosa vuol dire per un padre amare il proprio figlio”. “E’ un passato – ha concluso commosso Gatto – che per me era vivo e che adesso è diventato eterno come eterno adesso è il sorriso di mio padre.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui