CASAPESENNA. Un caso congelato dal freddo di 25 anni di silenzio e la voce di una donna che ancora attende di conoscere la verità legata alla scomparsa di suo figlio. La terra che è stata simbolo dei soprusi e delle attività deleterie delle fazioni camorristiche, ha divorato alcuni suoi figli con la crudeltà di chi taglia le ali ad un angelo, impedendogli di spiccare il volo negli anni più dolci e spensierati della sua vita.

E’ difficile darsi, ancora oggi, una spiegazione riguardo alla scomparsa, datata 19 settembre 1989, di Paolo Letizia, considerato affiliato del clan Bardellino e per questo sequestrato da tre uomini appena un anno dopo la scomparsa del fondatore e capo storico del clan dei Casalesi in Brasile, ad  Armação dos Búzios, all’età di 43 anni.

Quel giorno cambiò la vita di molte persone, le quali abbandonarono la “madre patria”, per evitare di finire nella lista delle vittime della camorra. Tra questi il fratello della vittima, Amedeo Letizia, noto produttore cinematografico, che approdò a Roma non solo per i suoi sogni di realizzazione, ma anche per forza maggiore dovuta alla volontà di cambiare aria (tra l’altro, oltre a Paolo, Amedeo aveva perso la vita anche un altro fratello, ucciso in un misterioso incidente). Erano gli anni della malavita dominante, dell’ascesa del Clan dei Casalesi, della politica che diventa mezzo da utilizzare, o meglio manovrare, come vuole il sistema, che nessuno ha il coraggio nè il lontano desiderio di denunciare. Di mezzo c’era la vita.

Il caso Paolo Letizia fu archiviato dopo soli 8 mesi dalle sua scomparsa, ma, nonostante tutto, la madre ha combattuto e sta combattendo con forza e con impegno per gettare la luce sull’oscurità che avvolge la vicenda. In questo senso, le dichiarazioni di Francesco Della Corte, amico di Paolo e attuale collaboratore di giustizia (divenuto tale dove aver occupato il ruolo di braccio destro della cosca) hanno aiutato la Dia e i magistrati della Dda, che lo scorso 7 e 8 ottobre hanno dato in via libera ad un’ordinanza a carico di numerosi esponenti del Clan.

L’odinanza del Gip coinvolge anche Francesco Bidognetti di Casal di Principe, Francesco Schiavone detto Cicciariello, Walter Schiavone, fratello del boss Francesco detto Sandokan, Salvatore Cantiello e Giuseppe Russo (O’Padrino).

“Nato a Casal di principe – Una storia in sospeso” è il libro delle verità, oggetto del lavoro della casa editrice Minimum Fax, scritto dalla giornalista Paola Zanuttini, in collaborazione con Amedeo Letizia, che verrà ufficialmente presentato al centro sociale “Antonio Cangiano” di Casapesenna nel pomeriggio di sabato 15 novembre, alle ore 16. Organizzato dal Comitato Don Peppe Diana e dal presidio Libera di Casapesenna (nell’attivismo della persona di Pasquale Cirillo, che leggerà alcuni passi del libro), l’evento vanterà l’intervento di Marilena Natale, giornalista della “Gazzetta di Caserta” (Premio Agenda Rossa Paolo Borsellino) e la moderazione di Massimiliano Ive, giornalista di Casertace.net. Saranno impegnati per la lettura dei testi, oltre a Cirillo, anche Antonio Natale e Angela Cangiano. Non mancherà la parentesi artistica a cura di Gino Abatiello e Scipione d’Onofrio, due artisti di San Cipriano d’Aversa, con l’esposizione di alcune opere.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui