CASERTA – La lettera dell’OPC (Orchestra Popolare Casertana) pubblicata venerdì scorso – per motivare il rifiuto di partecipare alle Leuciane – è l’ennesimo atto di denuncia sullo stato di degrado in cui versa la cultura nella nostra città. Già nel mese di agosto il noto chitarrista Mesolella
in modo impietoso ebbe a dire che nel capoluogo di provincia “l’arte e la cultura non hanno casa”. In precedenza si era parlato di “un deserto culturale” (Lucente ed altri). Condivido in buona sostanza questi giudizi critici. Nello stesso tempo devo osservare che di fronte a questo stato dell’arte degradato, non basta più indignarsi. Occorre reagire con una vera e propria “rivolta morale e civile”, con una mobilitazione e con buone pratiche da mettere in campo per risalire la china, così come sta avvenendo con le varie manifestazioni per la biblioteca comunale, in cui sono impegnati soprattutto i giovani. Partiamo da queste piccole cose per smuovere le istituzioni locali, che continuano a rimanere inerti. Di fronte all’alibi della scarsità di risorse economiche, sanno solo sbandierare qualche grande evento, finanziato da altri enti, che alla fine non seminano niente sul territorio. Anzi sottraggono risorse che potrebbero essere utilizzate per sostenere e valorizzare i tanti talenti che spesso sono costretti ad emigrare per affermarsi. Di esempi se ne possono fare tanti nel mondo del teatro, del cinema, della musica, della letteratura e delle arti. Per queste ragioni come Rete Etica dei Valori – insieme a tante altre associazioni – abbiamo proposto al nuovo assessore alla cultura un progetto ambizioso: “Le piazze del sapere per apprendere sempre” (per la cui organizzazione è stata convocata dall’assessore De Negri una prima riunione per martedì 4 ottobre pv). L’intento è di fare rete e sistema tra i soggetti privati (librerie ed editori, Forum del terzo settore e del volontariato, associazioni giovanili) e le istituzioni pubbliche (dal comune ai luoghi del sapere, come le scuole, l’università, le biblioteche e gli archivi). Ed è quanto da un anno stiamo facendo con la piazza del sapere alla Feltrinelli (ed anche in altre librerie importanti), con una programmazione mensile di incontri e di eventi promossi in modo costante da una rete di associazioni impegnate sul territorio. In questo modo si possono attivare e diffondere con continuità vari luoghi al centro della città, in cui la cultura può diventare fattore strategico di coesione sociale, di apprendimento permanente. Per questa via si possono superare anche le attuali difficoltà dell’emergenza finanziaria, che ancora una volta si scarica sui lavoratori, sui soggetti più deboli, sulle politiche sociali e della cultura.
Pasquale Iorio
Vice Presidente Aislo