PIEDIMONTE MATESE – Si aprono stasera due mostre, presso la basilica di S.Maria Maggiore di Piedimonte Matese, nell’ambito del ciclo di appuntamenti organizzati per la festa di S.Marcellino prete e martire, patrono della città di Piedimonte Matese e sobborghi secondo l’antica dizione.
“L’Angelo della morte ed il cavaliere bianco” è il titolo del primo spazio allestito con gli arredi funebri dell’’800 e ‘900. L’altra mostra sacra riguarda l’ostensione al pubblico dei fedeli e non delle reliquie di S.Giovan Giuseppe Della Croce. Evento quest’ ultimo reso possibile dalla gentile concessione della comunità francescana di S.Maria Occorrevole : per la prima volta saranno presentate ad un vasto pubblico le reliquie del Santo. A completamento di questa specifica storia di fede e memoria il prossimo 29 maggio sarà inaugurato un monumento alla memoria dei fatti relativi allafondazione della basilica di S.Maria Maggiore tra cui l’ordinazione sacerdotale di San GiovanGiuseppe Della Croce alla presenza del vescovo della diocesi di Alife-Caiazzo, Valentino Di Cerbo . Fede e memoria uno dei tratti qualificati dei percorsi organizzati dal comitato e dalla parrocchia guidata da Don Cesare Tescione. Un titolo, ispirato all’Apocallisse, quello che abbraccia la mostra sugli arredi funerari .Un evento che sarà preceduto da un convegno sulle cure palliative e sulle terapie del dolore (“la dignità del morire nel rispetto della vita” è l’ambito tematico e scientifico che sarà curato da medico Bernardo Di Matteo. Seguiranno gli interventi di Luigi Arrigo, direttore della biblioteca diocesana con una retrospettiva storico-ricostruttiva(“la dignità della morte ed il servizio liturgico delle confraternite”) e del parroco Tescione “percè cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è resuscitato(Luca 24,5-6).La morte: fine o principio?la risposta della fede”. Durante il convegno ci saranno intervalli musicali con “vocis InCantum” con Angela Gaetana Giannotti e Maria Cristina Miselliaccompagnati dalla maestra Marianna Della Paolera. “La riflessione sul martirio dei santi Marcellino e Pietro ed il dono del morire nell’offerta estrema di sé hanno suggerito come opportuna una riflessione su tale tema – dichiara Don Cesare Tescione che aggiunge “ La fede si vive ma anche si racconta come cosa preziosa del cuore del credente. Noi vogliamo raccontarla attraverso la via dell’emozione e del bello(le funzioni eucaristiche sono accompagnate dall’uso di colori diversi ad illuminare l’altare in occasione del novenario del patrono martire ndr), della ricerca e della scoperta, di linguaggi sempre vivi e comprensibili da tutti, grandi e piccoli, credenti e non credenti”.
Michele Martuscelli