Naturalezza, capacità, espressione, talento. Il baritono di Alvignano Francesco Landolfi ha vestito ancora una volta i panni del Rigoletto di Giuseppe Verdi, questa volta al Teatro dell’Opera di Roma  con la  direzione orchestrale del M° Renato Palumbo e la regia di Leo Muscato. Un’interpretazione intensa, costellata da picchi di grande espressività abbinata alle doti canore del cantante casertano che hanno reso l’opera verdiana uno spettacolo a tutto tondo, vissuto tutto d’un fiato dal pubblico grazie anche alla maestria del direttore Palumbo che con il piglio dei grandi ha impresso ritmo e vivacità alla rappresentazione assecondato dall’ottima orchestra dell’Opera di Roma. Un Rigoletto vero, vissuto e intenso quello portato in scena dal maestro Landolfi, messo ancor più in mostra dalla regia di Muscato e valorizzato da sapienti e affascinanti giochi di luci che hanno fatto risaltare le capacità degli artisti in scena. Con naturalezza e padronanza il baritono Landolfi ha tenuto la scena con un’interpretazione mai banale, sublimata nella celebre aria “Cortigiani vil razza dannata” per poi assumere toni vieppiù drammatici fino al tragico finale. Una prova di spessore che conferma la duttilità del baritono Landolfi ma anche la sua ormai consolidata esperienza nel repertorio verdiano ed in particolare del Rigoletto, già portato, con successo sui palcoscenici di mezzo mondo. Venerdì 31 ottobre Rigoletto sarà di nuovo in scena all’Opera di Roma poi altre date ed altri palcoscenici attendono il maestro Landolfi nelle prossime settimane, perché come amava ripetere Alda Merini “l’artista non dorme mai”.

Andrea Coluzzi

 

 

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