SAN NICOLA LA STRADA – Si è tenuta ieri sera, a Cusano Mutri, con inizio alle ore 18.00, in Piazza Roma, nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono di Cusano, San Nicola di Bari, la presentazione del libro dello scrittore sannicolese Fiore Marro dal titolo “La Fine dei Vinti, Giovanni D’Avanzo da Gendarme a Brigante”. Marro, che è anche Presidente Nazionale dei Comitati delle Due Sicilie, Associazione di ispirazione borbonica, ha ottenuto l’ennesimo bagno di consensi per il suo ultimo romanzo. Alla presentazione del libro era presente anche la signora Liliana De Curtis, la figlia dell’indimenticabile Totò, che, in una sorta di salotto culturale organizzato in Piazza Roma, ha raccontato la vita del grande artista. “
La fine dei vinti”, si configura come un libro coraggioso perché affronta con determinazione e senza falsi pudori od occultamento di verità storiche, per quanto amare e dure esse possano essere, una tematica, così trascurata dalla storiografia ufficiale quale quella riguardante il cosiddetto fenomeno del “Brigantaggio meridionale”. Un lucido e razionale esame viene effettuato dall’autore che esprime, con chiarezza di vedute, la sua tesi. Un popolo timorato di Dio, ancorato, nel corso dei secoli, a due pilastri fondamentali della sua esistenza, rappresentati dalla fede nel proprio Re e nelle istituzioni religiose, viene fatto oggetto di una tale violenza da parte dell’invasore piemontese, da subire una profonda trasformazione sociale. Molti diventano briganti e, da persone semplici dedite ad un’onesta professione, si mutano in uomini che con le armi difendono il loro Re, la loro libertà di scelta, il loro diritto all’autodeterminazione, né più, ne meno di quello che fecero i “Partigiani” nel Secondo Conflitto Mondiale e come tale essi vanno inquadrati: come partigiani della Guerra di Liberazione dai Savoia. È così che il popolo meridionale è sprofondato nel baratro dell’abiezione morale, segnato ed etichettato dall’opinione pubblica nazionale e, talvolta anche internazionale, come portatore del male, di negatività e non già a causa di ben accertate ragioni storiche, ma bensì per una naturale ed intrinseca natura degli abitanti del Sud. In sintesi, quest’opera rappresenta sicuramente un importante contributo allo sviluppo e rafforzamento del perduto sentimento di identità delle popolazioni meridionali, nonché uno strumento di comprensione della storia del Sud Italia o meglio dell’ex regno delle due Sicilie.
Nunzio De Pinto