CASERTA – Presso il Teatro Civico 14 – il 12 e il 13 Gennaio – andrà in scena la prima di “Le guardie del suo corpo” piecè scritta e diretta da Mario Gelardi. A dare voce e corpo alle parole del regista gli attori Raffaele Ausiello, Carlo Caracciolo e Irene Grasso.

I costumi a cura di Giovanna Napolitano, la grafica di Carmine Luino, socio fondatore, insieme a Gelardi e allo scrittore Alessandro Gallo della casa editrice Caracò. La rastremazione graffiante dello stile di Gelardi è la sua forza espressiva. L’essenzialità, la scarnificazione diogni edulcorante ne dice il disincanto brechtiano. La diffusa vulgata che il teatro funga da amplificazione edenaturalizzazione della vita reale, nelle opere di Gelardi, trova smentita. Qui il teatro non culla. Non offre svaghi domenicali. Non illude. Non è luogo di rasserenamento. Qui, il teatro interroga mostrando a specchio una realtà che si scopre star stretta perché costretta ne è l’anima. Qui, come sirena affiorata dai fondali, emerge una liricità taciuta, liricità verso cui il regista nutre anche un certo pudore che rende teneramente pudico il suo stare sulla scena. Mario è affascinato dalla sintesi: ai romanzi di 1000 pagine, preferisce i racconti brevi, taglienti come affilata può essere l’acuminante lama del silenzio che squarcia la civetteria borghese. Le pause degli attori che giungono dopo una concitazione mimica e verbale, riconsegnano allo spettatore un compitomeditativo orami ritenuto – per dir così – inutile. Sorpassato. Roba da neghittosi. Nella mente dello spettatore baluginano spirali concentriche di quesiti: ma dove vivo? Ma è questo è il mio tempo a cui non posso sottrarmi? Ma non me ne sono accorto? O non me ne volevo accorgere? L’aria incomincia a mancare. Chi indossa la cravatta sente il bisogno di allargarsi il nodo perché quando l’arte è così rarefatta, diventa, densa, densissima. E spacca.

 

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