Tra il Settecento e l’Ottocento, la città di Napoli fu vera capitale europea della musica, per la presenza di un gran numero di artisti, per lo più di estrazione locale che si erano formati nei Conservatori di musica cittadini, in cui anche un gran numero di adolescenti per lo più indigenti, ebbero la possibilità di apprendere la professione della musica e dare vita al fenomeno solo partenopeo dell’opera buffa. Questo il concetto più importante espresso ieri sera dal Maestro Filippo Zigante (nella foto) nella sua interessante relazione svolta nell’Aula Magna del Liceo Scientifico “E. Fermi “ di Aversa. Introdotto dal Dirigente Scolastico, Prof. Adriana Mincione e con una folta platea di docenti e studenti, il noto direttore d’orchestra, già responsabile artistico del Teatro di San Carlo di Napoli, ha avuto modo di tratteggiare gli influssi della musica popolare e del Natale su alcune composizioni sinfoniche e liriche di quel periodo. Il Maestro Zigante ha posto in risalto che Napoli non fu solo luogo di formazione intellettuale di grandi viaggiatori, ma che divenne meta artistica di un gran numero di musicisti, a cominciare dallo jesino Giovanbattista Pergolesi, di fatto l’antesignano del genere musicale buffo a Napoli. Tutti i più importanti compositori romantici si formarono a Napoli da Donizetti, a Verdi, da Rossini e Bellini, che in maniera celata o dichiarata, si ispirarono al locale belcanto e alle melodie di Napoli per le loro composizioni liriche e sinfoniche. Il relatore si è infine soffermato sull’opera buffa che spesso anche in vernacolo, rappresentava personaggi e situazioni della vita quotidiana di lazzari e borghesi della capitale e della provincia partenopea. Filippo Zigante ha evidenziato come tra tale genere e la canzone si istituì un rapporto di reciproca collaborazione tanto che non di rado, a conclusione di quelle opere, gli interpreti strappavano gli applausi alla platea esibendosi in canzoni popolari, mentre il popolo faceva sue le arie delle opere liriche buffe, che venivano riproposte per strada come fossero canti della tradizione. A conclusione dell’intervento, il Maestro Zigante, stimolato dal Prof. Salvatore Palladino presidente dell’Accademia di Santa Sofia, ha avuto modo di ricordare le vicende politiche dell’ultimo periodo di vita dell’aversano Domenico Cimarosa. Il relatore ha sottolineato come questi senz’altro di animo liberale, non ebbe la capacità di rimanere in quella idea, per paura di compromettere la propria vita e di come condannato a morte, il Cimarosa fu salvato per l’intervento amichevole del Granduca di Toscana, per andare a morire poco dopo nella più accogliente città di Venezia. A conclusione dell’intervento il Maestro Zigante è stato a lungo applaudito dall’uditorio presente, che poco dopo ha potuto sperimentare l’unicità e la bellezza del Belcanto di Napoli in un recital che ha proposto canti del Settecento ed Ottocento napoletano.