Piedimonte Matese- “Siate testimoni, appassionati testimoni di bellezza”. Così, riferendosi al duplice significato del termine, il vescovo della diocesi di Alife, Valentino Di Cerbo, ha concluso l’incontro di studio e presentazione della tela “San Gennaro tra i leoni” del pittore Paolo De Matteis(1710) restituita dalla soprintendenza alla parrocchia di S. Maria Maggiore di Piedimonte Matese da cui era partita per il restauro avvenuto nei mesi scorsi . Le parole del vescovo hanno preso spunto da quanto dichiarato all’inizio del suo intervento nella basilica : “La vita è una staffetta in cui chi corre prima, se si impegna, avvantaggia coloro che vengono dopo” esortando i giovani a prendere in mano il testimone di quanto consegnato, ereditato di quanto è testimonianza delle radici e dell’identità delle comunità di appartenenza”. E proprio la comunità è stato il riferimento di don Andrea De Vico : “ è stato questo un momento di una comunità che educa e trasmette memoria. La dimenticanza fa più danni di un furto ” ha detto il sacerdote . “E’ stata un’opera scampata al martirio, al martirio dell’arte” ha aggiunto Marianna Merolle, funzionaria del ministero con il ruolo di responsabile restauro delle tele che ha ripercorso le tappe dell’operazione di recupero e di fruibilità dell’opera d’arte, inquadrando il periodo storico in cui è avvenuta la committenza dell’opera da parte della famiglia Gaetani D’Aragona, facendo del centro matesino un centro di fioritura artistico-culturale. Merolle ha anche tratteggiato la fisionomia artistica del De Matteis negli anni in cui primeggiarono Giordano e Solimene. Gli aspetti propriamente tecnici del restauro sono stati, dettagliatamente, illustrati da Decio Marelli alla guida del team di restauratori. “E’ stato un lento lavoro. Un’azione che non è stata solo un’operazione materiale ma espressione di un civiltà matesina all’origine della committenza. Una consegna alla città per ripartire altri percorsi” ha dichiarato il soprintendente delle province di Caserta e BN, Salvatore Buonomo. Un sentimento di gioia di cui si è fatto interprete il sindaco Luigi Di Lorenzo ringraziando la diocesi per l’attività esercitate specie a tutela del patrimonio artistico-religioso seguito dalla giovane docente di storia dell’arte al liceo “G.Galilei, Jolanda D’Angelo che ha sollecitato a riprendere il progetto di Museo Diffuso, avviato negli anni scorsi, per la conoscenza e fruizione dell’ingente e patrimonio artistico locale approfondendo la vicenda artistica dell’artista autore della tela Ma è stato il vescovo Di Cerbo a tirare le somme al termine del convegno coordinato dal giornalista del Mattino, Gianfrancesco D’Andrea richiamando il metodo seguito in occasione del recupero-restauro del quadro :” al tavolo siedono rappresentanti di varie istituzioni e questa sinergia è la linea da seguire” ha scandito ricordando alcuni dei traguardi raggiunti per la fruizione del patrimonio ecclesiastico tra cui l’archivio di Caiazzo, la digitalizzazione del patrimonio librario e cartaceo. Da qui la prosecuzione della metafora:” ” occorre continuare la corsa con identica passione per promuovere la crescita del nostro territorio, dal quale non bisogna andare , ma portare il testimone della sfida e impegnarsi ” ha concluso Di Cerbo.
Michel Martuscelli